Il Dragone sputafuoco invade l’Europa e il resto del mondo con auto elettriche e a benzina: infatti, il presidente di Geely Holding Group, Li Shufu, ha ribadito l’impegno dell’azienda nei confronti dei veicoli tradizionali con motore a combustione interna, continuando a investire nell’elettrificazione, come riporta carnewschina. Protagoniste sia le BEV (elettriche) sia le PHEV per penetrare nel Vecchio Continente: macchine termiche a benzina con batteria ricaricabile. D’altronde, queste vetture a combustione vanno fortissimo anche in Cina: occhio alle fake dei furbetti ultra green che manipolano le statistiche mischiano PHEV e BEV.
Auto elettriche e a benzina Geely: guerra di qualità
Geely non si impegnerà in guerre di prezzo lanciate da Tesla e Case cinesi. Sì alle “battaglie su tecnologia, qualità, servizio, marchio ed etica. Opporsi alla concorrenza spietata e a somma zero”. Parola di Li Shufu. L’azienda manterrà una “strategia a due gambe”: promuovere veicoli elettrici intelligenti e continuare a sviluppare e produrre auto tradizionali con motore a combustione interna e ibride. Nessuna retromarcia dai tradizionali propulsori termici, e anzi ci saranno investimenti in ricerca e sviluppo per mantenere la leadership nel settore. Li ha evidenziato la strategia “Talent Forest” di Geely, che promuove la meritocrazia rispetto al controllo familiare: “Ogni dipendente di dovrebbe avere opportunità di crescita ed eccellenza”

Espansione globale
Geely è proprietaria di Volvo (una delle tante che ha fatto retromarcia sul full electric per il flop di tutto il mercato UE) e Lotus, e ha partecipazioni in Mercedes-Benz (con una scalata azionaria notturna entrata nella storia) e Aston Martin: Li ha chiarito che l’obiettivo non è la speculazione finanziaria, ma la padronanza di competenze avanzate nel settore automobilistico. “Queste Case automobilistiche affermate sono le nostre fondamenta. Un’azienda senza radici ha poche possibilità di successo”. Ha citato Volvo per la sicurezza, Mercedes per il lusso, Lotus per l’aerodinamica e Aston Martin per la gestione del marchio di fascia alta.
Km zero cinesi: richiamo
Intanto, a proposito di guerra di prezzi, l’autorità di regolamentazione cinese ha convocato le Case automobilistiche, tra cui BYD: obiettivo, discutere dell’aumento delle vendite di auto usate che non sono mai state guidate. Le km zero. Il fenomeno riguarda macchine immatricolate (e quindi dotate di targa) vendute sul mercato dell’usato. Almeno 4.000 venditori sulle piattaforme cinesi di auto usate vendevano questi veicoli. Domanda: è lecito? Sì. Si fa ovunque sul pianeta, per raggiungere i target di vendita. In Italia, ci sono innumerevoli km zero elettriche, così che i Gruppi abbiano meno probabilità di subire multe per 16 miliardi di euro dall’Unione Europea per via delle emissioni di CO2.