Il vecchio patto fra Stellantis (con Tavares) e California sull’auto elettrica è un potenziale boomerang

Sotto la guida dell’allora CEO Carlos Tavares, Stellantis ha stipulato un accordo transattivo sulle emissioni dei veicoli con la California nel marzo 2024.
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Indiscrezione del Detroit News: Stellantis ancora in difficoltà per le normative californiane sui veicoli elettrici, nonostante il sollievo per i concorrenti. Con ripercussioni oggi in un contesto delicalitissimo.

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Cosa accade? Anno 2024: sotto la guida dell’allora CEO Carlos Tavares, Stellantis stipulò un accordo transattivo sulle emissioni dei veicoli con la California nel marzo 2024. L’azienda s’impegnava a seguire al millimetro i diktat di Sacramento, indipendentemente da qualsiasi azione giudiziaria o federale che impedisse l’entrata in vigore delle sue normative. In cambio, zero super multe al Gruppo guidato dal manager portoghese per il precedente sforamento dei limiti delle emissioni.

Nel 2024, tutto difficile

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Lo Stato aveva precedentemente stipulato accordi sulle emissioni più flessibili con altre cinque case automobilistiche: Ford., BMW, Honda, Volkswagen e Volvo. Stellantis sostenne all’epoca di essere stata esclusa dalla possibilità di ottenere un accordo simile. Affermava inoltre che i requisiti più severi della California avrebbero contribuito ai licenziamenti in due importanti stabilimenti a Detroit e Toledo. 

L’accordo venne siglato sotto la guida dell’ex CEO Carlos Tavares, in un momento difficile, coi preziosi perdoni da parte della California per le carenze normative del passato evitando contenziosi potenzialmente lunghi tra le due parti. L’accordo è l’Advanced Clean Cars II: impone alle Case automobilistiche in California e negli stati partecipanti di raggiungere il 100% di vendite di veicoli a emissioni zero per i nuovi modelli entro il 2035. Gli standard definivano gli ZEV come veicoli completamente elettrici a batteria o veicoli a celle a combustibile a idrogeno, che rimangono una tecnologia difficilmente reperibile. 

L’industria automobilistica ha esercitato pressioni con successo contro tali standard. Giovedì, il presidente Donald Trump ha firmato una legge che blocca le deroghe dell’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti (EPA) che consentono alla California di stabilire autonomamente diverse politiche sulle emissioni. Va detto che il tycoon onora le promesse fatte in campagna elettorale: ha parlato all’epoca, ora esegue. Qui in Europa sarebbe clamoroso un comportamento del genere.

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I numeri del patto elettrico

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Le due parti hanno infine raggiunto un accordo che includeva l’impegno dell’azienda a ridurre di oltre 10 milioni di tonnellate aggiuntive le emissioni di gas serra entro l’anno modello 2026, il raggiungimento dei sempre più ambiziosi obiettivi statali in materia di veicoli elettrici entro il 2030, la partecipazione a diverse campagne di sensibilizzazione sui veicoli elettrici e la spesa di 10 milioni di dollari per l’installazione di stazioni di ricarica pubbliche nei parcheggi. L’accordo ha essenzialmente aiutato Stellantis a ottenere un percorso di conformità a breve termine più favorevole in California per le emissioni di gas serra. Non è chiaro se il gruppo sarà in grado di acquistare crediti per adempiere ai propri obblighi in California, una pratica comune tra le Case automobilistiche per raggiungere gli obiettivi federali e statali. Come i crediti comprati da Tesla per i target UE.

Trump anti full electric

Ma ora i legislatori e il presidente Donald Trump hanno annullato gli standard sulle emissioni automobilistiche più severi della California. Risultato: Stellantis rimane in difficoltà per i requisiti di vendita dei veicoli elettrici che saranno difficili da soddisfare. Ha l’obbligo di rispetto delle future politiche del Golden State. 

Le normative per il modello 2026 – che uscirà tra circa tre mesi per la maggior parte delle Case automobilistiche – richiederanno il 35% di vendite di ZEV. Tale percentuale salirà al 43% l’anno successivo e al 68% nel 2030. L’anno scorso, Stellantis ha offerto un solo modello completamente elettrico negli Stati Uniti, la Fiat 500e, e ne ha venduti solo 531 a livello nazionale. Iniziando a vendere altri due veicoli elettrici: la Jeep Wagoneer S e la Dodge Charger Daytona. Ma queste aggiunte hanno portato le consegne totali di full electric a 5.000 nel primo trimestre, meno del 2% delle sue complessive.

Il bivio micidiale, come in UE

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Come accade in UE con queste strane regole verdi, due strade. Uno: vendi molte più elettriche, cosa difficile pure coi mega sconti. Due: vendi molte meno termiche, alzando i listini e rendendole poco appetibili sotto vari profili (design, tecnologia, fascino). In entrambi i casi, sono dolori per il consumatore: tante macchine a batteria care come il fuoco, vetture a benzina o diesel costosissime, usato alle stelle. Un sistema demoniaco da eco adoratori dell’ultra green. Con ricadute sui livelli occupazionali e sull’indotto.

Il contesto attuale è critico

Tutti i rivali possono non seguire i vincoli elettrici della California, grazie a Trump: anzitutto GM. Invece Stellantis – con Jeep, Dodge e RAM – dovrà raggiungere traguardi statali molto ambiziosi, che impongono che oltre la metà dei nuovi veicoli venduti entro il 2028 sia elettrica. Questa percentuale salirà al 68% entro il 2030, l’ultimo anno dell’accordo transattivo.

Si tratta di un compito arduo per qualsiasi costruttore tradizionale, e in particolare per Stellantis, che punta a veicoli ibridi leggeri, in quanto ritarda alcune offerte elettriche a causa del calo della domanda. 

Comanda il CARB

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Dietro il problema, c’è il CARB. Acronimo di California Air Resources Board. Si tratta di un’agenzia governativa della California, fondata nel 1967, che ha l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria e proteggere la salute pubblica attraverso la riduzione efficace ed efficiente degli inquinanti atmosferici. Regolamenta le emissioni inquinanti da una vasta gamma di fonti, inclusi veicoli (auto, camion, autobus), combustibili, prodotti di consumo (come spray e cosmetici) e impianti industriali. Che poi le batterie delle elettriche siano più inquinanti nel ciclo vita delle auto a benzina o diesel, questo è un altro discorso, molto più complicato, che fa a pugni con le lobby politiche e mediatiche del tutto green.

Ripercussioni?

Queste le ipotesi. Bisogna attendere per capire le cose come stanno e se ci sia una via d’uscita. Sia Stellantis sia il California Air Resources Board hanno dichiarato in email al Detroit News che avrebbero rispettato l’accordo dello scorso anno. La portavoce dell’azienda, Jodi Tinson, ha dichiarato: “Stellantis continua a onorare il suo accordo con il CARB”. Il cui portavoce, John Swanton, ha fornito una risposta simile: “Sì, l’accordo rimane in vigore e ci aspettiamo che Stellantis lo rispetti”. L’azienda dovrà rapidamente potenziare la sua offerta di veicoli elettrici in uno stato chiave che rappresenta circa il 13% del mercato automobilistico statunitense.

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