Prima la fake degli incentivi auto a settembre 2025, poi la bufala del 15 ottobre messa in rete da un quotidiano e ripresa da quasi tutti, e ora sorpresa: bonus per le elettriche rimandati. A non si sa quando. Così, il mercato del nuovo di paralizza, mentre già agonizza in Italia. Le Case cancellano le campagne promozionali. Si blocca l’impossibile a fronte di annunci dati ormai da mesi. E pensare che erano soldi PNRR (597 milioni) per le colonnine elettriche veloci, preziosissime. Peraltro, c’è un secondo guaio: se e quando le agevolazioni diverranno realtà con l’apertura della piattaforma per i consumatori, magari saranno cambiate le regole Istat sulle aree di pendolarismo. Un meccanismo demoniaco e complicatissimo, con code di veleno.
Incentivi auto 2025: la data non c’è
La verità è che tutti hanno copiato la data di quel quotidiano. Il quale non dirà mai il motivo per cui aveva sfornato quel 15 ottobre. Chiariamo: il ministero dell’Ambiente e la Sogei (la Società generale di informatica del ministero dell’Economia) non hanno mai rilasciato dichiarazioni sulla data. All’apertura della sezione riservata alle concessionarie, avvenuta il 23 settembre scorso, su www.bonusveicolielettrici.mase.gov.it c’è scritto: “L’attivazione della sezione dedicata ai Beneficiari sarà comunicata successivamente nella sezione Bandi e avvisi del sito istituzionale del ministero dell’Ambiente”.
Sarebbe opportuno ripristinare la destinazione originaria
Siccome i 597 milioni sono solo un doping inutile e deleterio, con stop and go del mercato, e con le lobby dell’elettrico che cantano vittoria per qualche ora, sarebbe opportuno a nostro avviso cancellare gli incentivi auto. Prendere i quattrini e infilarli in un nuovo bando sulle colonnine elettriche veloci scritto bene: con attivazione immediata, sconti, tutela anti ladri di oro rosso. Secondo noi, prima ci si libera di questa zavorra che porta giù la mongolfiera sgonfia automotive italiana, e prima si respira. Al massimo, serve un Piano Marshall con una barca di miliardi per auto, stazioni, riduzione del prezzo dell’energia.
L’acquisto dell’auto da esperienza piacevole a inferno
Il consumatore deve sognare: c’è un desiderio che si realizza in modo semplice. Entri in concessionaria, firmi e porti via il mezzo. Se proprio si è squattrinati, si chiede un prestito pagando interessi mortali, con TAEG da paura. Già gli italiani stanno alla larga dai saloni, figuriamoci rendere infernale l’esperienza di acquisto con burocrazia, ISEE, calcoli, conteggi, pendolari ma non troppo, rottami ma con vincolo, macchine che prendi e non rivendi prima di due anni.

Italia palla al piede elettrico in Europa
L’Italia era, resta e sarà la palla al piede elettrico in Europa: una miserabile quota BEV del 5% del mercato del nuovo, frutto delle km zero delle concessionarie, contro il 15% UE, anch’esso dopato. Fra i big, siamo il fanalino di coda, mentre il parco circolante invecchia e diviene più sporco e pericoloso. Chiaro che il consumatore si orienti su un facile diesel over 10 anni da comprare in modo semplice al volo, specie al Sud.
Dopodiché, nelle prossime settimane, prima che la chiusura temporanea delle fabbriche diventi definitiva, l’auspicio è l’eliminazione del Green Deal auto elettrica con ban termico 2035, in favore dell’ibrido più pulito possibile: si può iniziare dalle PHEV, le ibride plug-in a benzina.