Ironia dell’ad Stellantis Tavares rivolta al governo Meloni: “Grecia contenta del nome Lancia Ypsilon”

Ippolito Visconti Autore News Auto
È ancora polemica a due fra l’ad Stellantis Tavares e il governo Meloni: “Grecia contenta del nome Lancia Ypsilon” ha detto il top manager. Il riferimento ironico è all’Alfa Milano poi Junior.
lancia ypsilon

È ancora polemica a due fra l’ad Stellantis Tavares e il governo Meloni: “Grecia contenta del nome Lancia Ypsilon” ha detto il top manager. Il riferimento ironico è a Alfa Milano poi Junior, Fiat Topolino e altro: fatte non in Italia, non possono avere per i membri dell’esecutivo nomi o simboli italiani. Le recenti discussioni sull’identità italiana di alcuni modelli prodotti all’estero hanno lasciato il segno: “Credo che il governo greco sarà molto fiero del fatto che chiamiamo Ypsilon la nuova Lancia”, ha detto l’amministratore delegato del gruppo durante la presentazione dinamica alla stampa delle varianti ibrida ed elettrica della compatta del marchio torinese. 

L’amore di Stellantis per auto e marchi contro gli “insulti”

“In Stellantis – ha detto il grande capo lusitano – amiamo le auto, i brand e non ce ne scusiamo. Anche quando succedono cose negative, non bisogna dimenticare che amiamo tutto questo. Nonostante le difficoltà, le critiche e, a volte, gli insulti, andiamo avanti, continuiamo a muoverci e a fare le cose”. Ma con chi ce l’ha quando parla di insulti? “A gennaio 2021, quando abbiamo creato Stellantis, Lancia stava per sparire, era chiaro che non c’erano né un piano sui prodotti né una visione per il futuro né investimenti pianificati per rilanciare il marchio. Abbiamo deciso che non fosse rispettoso per la storia e il valore di un brand italiano fantastico. Non potevamo lasciare che succedesse, che il marchio sparisse. Ecco per Lancia un nuovo futuro. Questi prodotti sono stati creati a Torino, il design e la parte ingegneristica sono stati studiati qui, i test sono stati fatti a Balocco. Per quanto riguarda gli asset intangibili, questo è un puro prodotto italiano. Rispetto ai costi totali di produzione di una vettura, prima che arrivi alle concessionarie, l’assemblaggio finale rappresenta il 10%. Quindi, la creazione di valore è nella definizione del design e della parte ingegneristica o nel 10% dell’assemblaggio? Nella mia testa la risposta è ovvia”. Insomma, conta l’idea, non l’assemblaggio per capire dove viene fatta una macchina.

Vero? Sì. Sebbene le auto prototipali siano state sorprese spesso a Sochaux (centro tecnico di PSA/Peugeot), ossia in Francia.

lancia ypsilon

Una Lancia ogni tre anni

L’ad Lancia, Luca Napolitano, ha detto: “La nostra missione è chiara, è quella che è stata definita da Carlos Tavares a gennaio del 2021. Fare un piano per portare Lancia a essere un brand credibile e rispettato nel mercato premium, lavorare con Alfa Romeo e DS per rafforzare l’offerta premium di Stellantis in Europa. Finora abbiamo mantenuto varie promesse, come quella di presentare tre nuove vetture, una ogni due anni. La prima, la nuova Ypsilon, è pronta, e nei prossimi giorni arriverà nelle concessionarie italiane. La seconda, la Gamma, arriverà nel 2026, sarà fatta a Melfi su Stla Medium. La terza è la Lancia che tutti sognano, la Delta, ma qui abbiamo tempo per lavorare”. Quindi i riferimenti alla strategia di elettrificazione molto ambiziosa e all’ambizione di trasformarsi in un brand full electric in anticipo rispetto alla normativa europea”. Tavares lo ha incoronato: “Luca ha fatto un lavoro straordinario, eccezionale, assolutamente stellare. È il leader perfetto”.

Dazi anti Cina o no?

Per Tavares, l’Europa ha due opzioni: scegliere la protezione e dire alla gente non preoccuparti, ti proteggerò oppure scegliere le corse e correre. Alla fine vincerai se sarai il migliore. L’Europa ha fatto la scelta della protezione. È una vera protezione? Non credo. Penso che sia solo impoverimento. Diventerai più povero se non gareggi. Se non si gareggia su questo pianeta dove la creazione di ricchezza è un gioco a somma zero, qualcuno vince e qualcun altro perde. Quindi è insensato dire ai cittadini europei che saranno protetti e che non dovranno correre”.

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