Mentre le nuove generazioni di Fiat Pandina e 500 continueranno ad essere prodotte in Italia, lo stesso non si può dire della nuova Renegade. Secondo le ultime indiscrezioni, infatti, lo stabilimento Stellantis di Tychy, in Polonia (casa dell’Alfa Romeo Junior) potrebbe avviare tra il 2030 e il 2031 la produzione di due nuovi SUV compatti firmati Jeep. Uno di questi, stando ai rumor più insistenti, sarebbe proprio la futura erede della Jeep Renegade.
La nuova Jeep Renegade potrebbe essere prodotta in Polonia

La notizia, non ancora confermata ufficialmente, sarebbe al vaglio della direzione di Stellantis: il nuovo CEO Antonio Filosa non avrebbe ancora dato l’approvazione finale al doppio progetto, lasciando aperta la possibilità di modifiche. Tuttavia, le basi sembrano solide, e l’ipotesi di vedere la prossima generazione della Renegade prodotta a Tychy appare sempre più plausibile.
La prima Renegade, lanciata nel 2014 e prodotta a Melfi, ha appena terminato la sua lunga carriera europea, pur continuando a essere costruita e venduta con successo in Brasile. L’attesa per un nuovo modello, quindi, è alta, anche se il tema era uscito dai radar negli ultimi mesi. Tutto potrebbe tornare d’attualità con il nuovo piano industriale di Stellantis, che Filosa presenterà a metà del prossimo anno, delineando la strategia globale del gruppo.
La prossima Jeep Renegade dovrebbe poggiare sulla piattaforma STLA Small e crescerà leggermente nelle dimensioni, così da differenziarsi maggiormente dalla Jeep Avenger. Lo stile dovrebbe allinearsi al linguaggio estetico più recente del marchio, con proporzioni più dinamiche e un design ispirato alle novità internazionali della gamma Jeep.

Per quanto riguarda il secondo modello previsto a Tychy, non ci sono ancora dettagli. Tuttavia, potrebbe trattarsi di un progetto completamente inedito oppure della prossima generazione della Jeep Avenger, che secondo le stime arriverebbe sul mercato intorno al 2032.
Se Stellantis dovesse decidere di spostare la produzione della Jeep Renegade in Polonia, l’Italia perderà un altro pezzo di “Made in Italy”.
