La complicata retromarcia europea verso i biocarburanti avanzati: cosa sono

I problemi dell’UE che pare voglia passare dal tutto elettrico verso l’auto a benzina e i biocarburanti avanzati. Ecco di che si tratta.
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Unione Europea nel caos con la complicata retromarcia europea verso l’auto termica, dietro pressione di vari Gruppi e della Germania: pare voglia passare dal tutto elettrico verso la macchina che funziona coi biocarburanti avanzati. Dopo il Green Deal 2019, a ottobre 2026 le disoccupazione automotive fra tremare i polsi, e così Berlino va in pressing per l’abolizione del ban dei motori a combustione 2035. Il presidente della Commissione Ursula von der Leyen apre ai biocarburanti avanzati nella prossima revisione dei regolamenti comunitari sulle emissioni di auto e furgoni, in una lettera sulla competitività e le transizioni verde e digitale indirizzata ai leader politici del blocco comunitario. Se ne riparla nel Consiglio europeo di giovedì 23 ottobre.

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Si parla di biocarburanti avanzati: cioè?

  • I biocarburanti avanzati derivano da prodotti o materie non alimentari.
  • No bioetanolo odierno prodotto da fermentazione.
  • No biodiesel odierno, prodotto da oli vegetali.
  • Sono biocarburanti di seconda e terza generazione: rappresentano una classe di combustibili da biomassa che superano i limiti dei biocarburanti convenzionali di prima generazione come il bioetanolo e il biodiesel, ottenuti da colture alimentari quali mais, canna da zucchero, soia o colza. 

Obiettivi: ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, mitigare i cambiamenti climatici e garantire una produzione più sostenibile e non in competizione con la sicurezza alimentare.

Cosa si usa per fare i biocarburanti avanzati 

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Coi biocarburanti avanzati, si utilizzano biomasse non alimentari o rifiuti come materie prime, evitando così la competizione tra cibo e carburante. Questi carburanti sono definiti avanzati dall’Unione Europea se prodotti da un elenco specifico di materie prime, tra cui alghe, residui di biomassa lignocellulosica (come paglia, scarti forestali e agricoli), oli di cottura usati e determinati tipi di rifiuti. Devono anche garantire una maggiore riduzione delle emissioni di gas serra rispetto ai loro predecessori.

Materie prime dei biocarburanti avanzati

  • Residui agricoli: paglia di grano, stocchi di mais, potature.
  • Residui forestali: scarti della lavorazione del legno, legname non idoneo.
  • Colture energetiche dedicate: eucalipto, miscanthus, salice a rotazione breve, che crescono su terreni marginali.
  • Alghe e microalghe: organismi acquatici coltivati in bioreattori o stagni aperti e producono:
  • Frazione organica dei rifiuti solidi urbani, e biogas da discarica o digestione anaerobica.

Nulla è gratuito

La conversione delle materie prime avanzate in carburanti richiede tecnologie più complesse rispetto a quelle usate per i biocarburanti di prima generazione. I polimeri lignocellulosici vengono scomposti in zuccheri semplici (idrolisi) che vengono poi convertiti in bioetanolo avanzato attraverso la fermentazione con lieviti o batteri specializzati. La biomassa viene trasformata in un gas di sintesi (syngas) composto da monossido di carbonio e idrogeno. Il syngas viene poi convertito cataliticamente in idrocarburi liquidi (come diesel o kerosene per aerei). Costi che poi l’automobilista pagherà.

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Retromarcia europea verso l’auto termica: delicati equilibri

  • Le lobby green, potentissime, che hanno premuto per il ban termico, si opporranno con tutte le loro forze mostrando i loro presunti studi scientifici. Dimenticando i guai che le batterie fanno dalla nascita alla morte. 
  • Nel Parlamento UE, ci sono fazioni corpose che hanno un mandato dagli elettori di sinistra, vogliosi di elettrico a tutti i costi.
  • Un conto è un percorso lineare, un altro la retromarcia: come quando si guida, andare all’indietro è molto più difficile.