Dopo la profezia su Stellantis ai cinesi, ecco la seconda previsione terribile dell’ex CEO Carlos Tavares: Tesla potrebbe scomparire entro 10 anni. E “la perdita di valore in Borsa di sarà colossale perché questa valutazione è semplicemente stratosferica”. Il lusitano, che ha rassegnato le dimissioni dal ruolo di vertice del Gruppo euroamericano alla fine dello scorso anno, sostiene che la rivale cinese BYD sia troppo forte per la Casa di Elon Musk. La base di partenza è che il colosso asiatico ha già superato l’azienda texana nelle vendite globali di auto elettriche a inizio 2025. Facendo tutto all’interno della società, batterie incluse, e contando anche sulle termiche ibride plug-in, Build Your Dreams sarebbe imbattibile.
La terribile profezia di Tavares su Tesla: ecco il futuro di Musk
Tesla per il portoghese è una società innovativa, ma sarà battuta dall’efficienza di BYD. Nella sfera di cristallo, Tavares vede così Musk: “Non possiamo escludere che a un certo punto decida di lasciare l’industria automobilistica per concentrarsi nuovamente su robot umanoidi, SpaceX, Intelligenza Artificiale”, ha detto al quotidiano francese Les Echos.
No comment dalla tech company. Che intanto ha superato le aspettative di Wall Street con ricavi di 28 miliardi di dollari, in crescita del 12% su base annua, e un aumento del 33% delle consegne in Cina, il suo secondo mercato più grande. Tuttavia, negli ultimi cinque anni, la quota di mercato del costruttore USA in Cina è scesa a circa il 5% dal 16% nel 2020, in parte a causa della concorrenza di BYD. Lo stesso Musk l’anno scorso ha affermato: “Le Case automobilistiche cinesi sono le aziende automobilistiche più competitive del mondo”. Una carica di 130 marchi orientali scatenati che si fanno la guerra dei prezzi.
La quota di mercato del brand di sole BEV in Cina, un mercato vitale, è scesa dal 16% al 5% circa dal 2020. Mentre in Europa, BYD sta guadagnando terreno in modo aggressivo, superando Musk in alcune classifiche mensili. Per contrastare questa tendenza, Tesla ha continuato a tagliare i prezzi e introdurre aggiornamenti ai modelli esistenti, oltre a preparare il lancio della più accessibile Model 2 entro la fine del 2025. Non è una low cost: sono macchine care sempre e comunque. Ma magari in grado di dare più noia ai cinesi.

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Tesla ha dovuto affrontare una pressione fortissima sulle vendite: non c’è più il mandato elettrico di Biden, con Trump che punta sul termico. L’azienda ha ripetutamente affermato di aver bisogno di trattenere e incentivare Musk per raggiungere i suoi obiettivi a lungo termine. Un pacchetto retributivo decennale da mille miliardi di dollari per il CEO, in votazione degli azionisti il 6 novembre, è inteso a fare proprio questo. Target: capitalizzazione di mercato +500% a 8.500 miliardi di dollari. Due società di consulenza hanno raccomandato agli azionisti di votare contro il pacchetto retributivo: sostengono che il consiglio di amministrazione abbia troppa libertà nel decidere quando e come Musk abbia raggiunto gli obiettivi definiti. Questo premio mira a vedere Tesla crescere più di qualsiasi azienda nella storia.
