Arriva la profezia dell’ex CEO Stellantis Carlos Tavares sul futuro del Gruppo, oggi guidato da Antonio Filosa: la società potrebbe diventare cinese se le cose si mettessero male. Lo ha detto in un’intervista al settimanale francese Le Point. Oggi il manager 67enne fa vita ritirata nel suo Portogallo dedicandosi alle corse automobilistiche come pilota, al restauro auto d’epoca, e portando avanti la sua azienda agricola dove produce vino Porto e olive.
A dicembre 2024, il divorzio brusco dalla società, di cui era capo fin dalla nascita, in seguito alla fusione fra FCA e PSA, con nettissimo predominio francese. Che ha condizionato l’azienda. La divisione dopo vari guai legati al profit warning, a Jeep che non rendeva più, ai pessimi rapporti con sindacati e politica.
Stellantis cinese è la profezia di Tavares: come ci si arriva
Con Tavares, era un Gruppo Stellantis a trazione elettrica. Che voleva non eliminare le multe per le Case troppo inquinanti. E che era contro (in un secondo momento) i dazi anti anti Cina: “Sono una toppa su una gamba di legno. I cinesi produrranno in Europa, con costi europei, e a quel punto sarà l’industria europea a diventare cinese. Se Stellantis dovesse fallire, potrebbero persino ricomprarla”.
L’ex CEO ricorda che Stellantis è nata dalla fusione fra PSA Group (Peugeot‐Citroën) e Fiat Chrysler Automobiles (FCA), creando un costruttore globale con oltre 300.000 dipendenti e più di 14 marchi. Dato il suo background, Tavares parla anche della sfida dell’auto e di come l’Europa/Francia rischino di trovarsi in ritardo. Emerge la sua opinione che non basta dire “elettrico, elettrico, elettrico”: serve che il sistema produttivo, le competenze, la logistica, le filiere siano all’altezza.
I costi di produzione sono molto più alti in Europa rispetto alla Cina, forte competizione sulle auto elettriche. L’intervista del 16 ottobre 2025 riporta la sua opinione più ampia sulla Francia e sull’Europa, ma anche implicitamente sulla strategia industriale: se il contesto (nazionale/industriale) non cambia, la sopravvivenza di vari Gruppi – Stellantis incluso – è più ardua.

Separazione choc
Il lusitano è tornato sul suo allontanamento da Stellantis, spiegando che la rottura è avvenuta per un disaccordo strategico ai vertici del gruppo, in particolare con John Elkann. Il disaccordo riguardava la tempistica della transizione all’elettrico: Elkann preferiva temporizzare mentre altri costruttori rallentavano, mentre Tavares sosteneva la necessità di attaccare e accelerare la transizione. Ha raccontato di aver ricevuto la famosa telefonata del presidente in cui si evocava una perdita di fiducia, che ha portato alla sua uscita.
Cosa può fare l’UE per riprendersi
Esprimendo una forte nostalgia per un’Europa industrialmente potente, il portoghese ha parlato anche degli errori commessi a livello di Unione Europea, ritenendo che certe scelte politiche e regolamentari abbiano indebolito il Vecchio Continente. L’UE deve saper scegliere le sue battaglie, avere industrie strategiche forti, non solo regole. Le politiche fiscali, energetiche, regolamentari in Francia (e in EU) devono diventare competitive su scala globale. Ritiene che, in assenza di cambiamento, la Francia rischi di perdere terreno rispetto ad altri Paesi che mettono l’industria e l’innovazione al centro. Rischiamo di essere succubi delle strategie altrui (USA, Cina).