Nel panorama automobilistico globale, dove gran parte dei costruttori fatica a competere sul mercato di massa, spicca un dato sorprendente nei risultati del primo trimestre 2025: Lamborghini e Bentley, i due marchi ultra-premium sotto il cappello di Volkswagen, rappresentano una fonte di profitto strategica, pur generando solo una minima parte delle vendite totali.
Secondo i report finanziari più recenti, questi due brand di lusso contribuiscono a circa il 60% degli utili complessivi del brand premium Audi, nonostante rappresentino appena l’1% del volume di immatricolazioni. Un divario impressionante che sottolinea quanto l’esclusività e gli alti margini siano fondamentali nel business dell’auto di alta gamma.
Lamborghini, in particolare, ha vissuto un trimestre da record. Ben 2.967 unità consegnate, per un fatturato di 895,2 milioni di euro, con una crescita annua del 29,6%. Il profitto operativo ha toccato 248,1 milioni di euro, in aumento del 32,8%. Il successo è trainato soprattutto dalla Lamborghini Urus, derivata dalla Audi RS Q8, che continua a essere la regina del segmento SUV ad alte prestazioni.
Bentley, invece, ha mostrato un rallentamento. Le vendite sono calate del 4,7%, fermandosi a 2.388 veicoli, e l’utile operativo si è ridotto a 71 milioni di euro, segnando un decremento superiore al 40%. Nonostante ciò, il brand britannico mantiene un ruolo chiave nei profitti del gruppo, grazie a listini elevati e a una clientela affezionata e consolidata.
Dati alla mano, ogni Lamborghini venduta garantisce in media un margine di profitto di 83.000 euro. Numeri che rendono evidente come i brand luxury possano generare enormi ritorni economici, anche con volumi contenuti. In un contesto di transizione verso la mobilità elettrica di massa, dove la concorrenza su prezzi e tecnologie si fa spietata, Bentley e Lamborghini emergono come veri baluardi di redditività. In pratica queste auto di lusso rappresentano il cuore pulsante dei profitti del gruppo Volkswagen.
