L’auto termica sconfigge l’elettrico nel mondo: stop Canada pro Stellantis 

Il Canada rinvia gli obiettivi sulle auto elettriche: la misura del governo Carney fa felice Stellantis e agli colossi.
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Se in Cina l’auto elettrica fa boom, nel resto del mondo è un flop colossale: in UE siamo allo stremo, in USA c’è lo stop di Trump, in Canada ora il governo rinvia gli obiettivi sulle BEV. Perché irragionevoli e rischiosi a livello di occupazione, come dimostrano i drammi europei con la chiusura delle fabbriche. La misura del governo Carney fa felice Stellantis e agli colossi, che fra Stati Uniti e adesso il Paese della foglia d’acero. Le lobby UE del Green Deal combattono come non mai a furia di comunicati e studi, spalleggiata da media amici, in cui si evidenzia che le BEV sono pulite e rappresentano il futuro.

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L’auto termica batte l’elettrico nel mondo: alt Canada 

Il Canada posticipa le regole che imponevano dal 2026 un minimo del 20% di elettriche vendute. Per i grandi produttori è una notizia ottima, specie per Stellantis che è tra i Gruppi più esposti. Nonostante le volontà dell’ex CEO Tavares, la società non s’è mai imposta con le BEV. Anzi le Jeep elettriche – così care – non sono piaciute, tanto che il marchio ha smesso di essere la gallina dalle uova d’oro. Nel primo semestre del 2025, la performance di Stellantis ha preoccupato, con un calo del 14% rispetto allo stesso periodo del 2024. Il governo canadese guidato da Mark Carney ha deciso di piazzare una data molto più in là nel tempo (per ora, poi si vedrà se rifare la stessa operazione).

Il traguardo era il 100% di elettrico entro il 2035

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La misura, introdotta in precedenza dall’esecutivo di Justin Trudeau, prevedeva un percorso di crescita graduale col target del 100% di vendite BEV entro il 2035. L’attuale governo ha deciso di cambiare linea, optando per un rinvio. Serve una revisione dello standard di disponibilità dei veicoli elettrici. Bisogna valutare l’impatto sulle Case e sull’occupazione.

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L’UE è sola: retromarcia USA e Canada

Spetta all’UE osservare con la massima attenzione cosa fanno USA e Canada. Occorre pragmatismo e neutralità. Se il verdetto dei consumatori è chiaro (sì a benzina e diesel puliti), va ascoltato. L’ideale sarebbe ridare al mercato la totale e massima libertà in un contesto libero e democratico: qualora la BEV fosse forte, vincerebbe da sola senza l’aiutino dell’arbitro fazioso. Come lo smartphone che ha fatto fuori il telefonino.

No doping, no BEV: l’elettrica non è a zero emissioni: è a zero vendite

Negli ultimi mesi l’industria automobilistica ha fatto pressing sul governo, sottolineando l’irrealismo dei target fissati e i costi che avrebbero potuto gravare sulle catene produttive. Intanto, siamo intorno all’8% di quota BEV: in calo rispetto al passato per effetto della sospensione degli incentivi federali all’acquisto, che potevano arrivare fino a 5 mila dollari canadesi per veicolo. Senza doping, l’elettrica non è a zero emissioni: è a zero vendite. Questo è il trend internazionale di governi ragionevoli. C’è stata l’avanzata BEV e ora la rapida retromarcia. Anticipata dai produttori: non si sente più “faremo solo elettriche”. Che non sono neppure redditizie, costando un occhio alle Case.

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