Il Dragone auto è trasformista, ama celarsi, bluffare, per poi scaricare tutta la sua potenza di fuoco sia nel mercato interno sia in Europa sia nel resto del globo terracqueo: nel 2026, con ancor più energia che negli scorsi anni, l’industria auto cinese intende dominare il mondo con la selezione darwiniana. Nel frattempo, lascia credere agli altri che ci sia una sorta di crisi interna: lo ha fatto anche coi pannelli solari e in altri settori chiave. In più, consente che si diffonda una fake news preziosa, ossia che la Cina faccia solo auto elettriche BEV. In realtà, fa anzitutto auto termiche a benzina, a combustione termica, con grande motore classico, più la batteria ricaricabile: le PHEV. Nel complesso, sono le NEV, veicoli a nuova energia. Che includono anche poche REEV, altre ibride con termico di ausilio. Più qualche rara unità a idrogeno.

L’industria auto cinese e Darwin
Charles Darwin (1809-1882), genio totale, ha formulato la teoria dell’evoluzione delle specie vegetali e animali per selezione naturale agente sulla variabilità dei caratteri ereditari. In analogia, sopravvivono i più forti in economia. E così è accaduto dal 2018 al 2025 nell’industria auto cinese, con Pechino che ha visto e lasciato correre: 400 aziende cinesi di NEV hanno cessato l’attività tra il 2018 e il 2025, e solo poche continueranno a dominare il mercato entro il 2030. Col 2026 che sarà bollente. EVBoosters – che ha elaborato varie fonti – ne ha tratto il grafico in alto. Solo 100 di questi marchi rimangono attivi.
La carica delle 100
Pertanto, da 500 che erano, sono 100. Che differenza c’è fra quanto accade in Cina e quanto si verifica altrove, anche in Europa? Oltre la Grande Muraglia, se una Casa non regge, scompare. Altrove, si trovano mille soluzioni: cassa integrazione, pre-pensionamenti, intese coi sindacati, tagli qua e là, chiusura delle fabbriche, riduzione del personale, agglomerati, fusioni. Gli analisti di McKinsey prevedono che entro il 2030 sopravviveranno 50 aziende cinesi di auto. Un riallineamento strategico studiato a tavolino.
Dal 2020, il governo cinese ha iniziato a eliminare gradualmente il suo programma di sussidi per le Case. Questo cambiamento di politica è avvenuto proprio mentre il Paese entrava in una guerra dei prezzi, guidata da listini aggressivi da parte di giganti come BYD e Tesla. La combinazione di un ridotto sostegno statale e di una brutale concorrenza sui prezzi si è rivelata fatale per molte startup sottofinanziate. Chi ci ha lasciato fra gli altri: HiPhi (Human Horizons), WM Motor, Byton, Singulato Motors, LeEco EV.
PHEV anti dazi
A nostro avviso, i dazi anti elettriche Made in China possono poco sul medio e lungo termine. La nazione orientale ci invade subito di PHEV, specie BYD. Mentre sul breve i margini di profitto sono inferiori per le BEV, finché si arriva al ricavo netto sul medio periodo. Inoltre, Pechino valuta di piazzare fabbriche in Europa (vedi BYD stessa in Ungheria e Turchia), così da aggirare i dazi.
Geely scatenata con le PHEV e l’Intelligenza Artificiale
Infatti, nelle scorse ore, Geely ha annunciato il nuovo sistema PHEV con un’efficienza termica del 47,26%: il propulsore Leishen AI Hybrid 2.0 termico a benzina. Nel mirino, i motori DM-i di BYD. Comprenderà le varianti EM-i, EM-P e a idrogeno. L’elemento centrale del propulsore aggiornato è un motore da 1,5 litri con gli algoritmi di Intelligenza Artificiale: si dice che prolunghino la durata della batteria del 15% grazie al controllo preciso di piccole correnti. AI già impiegata da altri cinesi elemento vitale dei cinesi nella battaglia automotive contro il resto del pianeta. Il primo modello con questo propulsore è la berlina Geely Galaxy A7, presentata di recente. Ha un consumo di carburante di 2 litri ogni 100 km e un’autonomia mista di 2.100 km.
La Cina rafforza la catena di approvvigionamento automobilistica: pagamenti veloci
I colossi dell’auto si uniscono su una politica di pagamento a 60 giorni: riducono i termini temporali per rafforzare la stabilità della catena di approvvigionamento a seguito della pressione normativa. Il ministero dell’Industria e dell’Informazione Tecnologica cinese (MIIT) ha espresso un forte sostegno al recente impegno di 17 importanti Case automobilistiche, tra cui BYD, Geely, Dongfeng, GAC, GWM, Seres e Xiaomi, di garantire il pagamento ai fornitori entro 60 giorni. Per un settore automobilistico più sano e sostenibile, soprattutto con l’intensificarsi della pressione competitiva nel settore dei veicoli a nuova energia (NEV) in rapida evoluzione. Questi sforzi sono volti a migliorare la sinergia tra grandi, medie e piccole imprese, promuovere l’innovazione collaborativa e migliorare la resilienza e la sicurezza della catena di approvvigionamento del settore. Il ministero ha inoltre esortato tutte le parti interessate a mantenere un ambiente equo e costruttivo, opponendosi alle campagne di disinformazione online, tra cui campagne di pubbliche relazioni malevole e tattiche diffamatorie coordinate su Internet, che minacciano la reputazione e lo sviluppo ordinato del settore.
Batteria a prezzo basso, ma con qualità alta
I costi delle batterie sono scesi a 50-85 dollari/kWh, ben al di sotto dei livelli occidentali, dice EVBoosters. Le nuove tecnologie per le batterie, come la 10C di BYD e la 12C di CATL, consentono ora una ricarica ultraveloce in 8-10 minuti. Le case automobilistiche cinesi possono portare un nuovo modello dal concept alla produzione in soli 18 mesi, rispetto agli oltre 36 mesi richiesti in Europa. In Cina, i veicoli elettrici sono già più economici delle auto a benzina, il che ne accelera l’adozione su larga scala.
La strada verso il 2030: chi sopravviverà?
BYD, Sangan, SAIC, GAC Motors, Geely (inclusi Zeekr e Lynk & Co), NIO, Xpeng, Zeekr, Li Auto, Leapmotor, Aito, Avatr, IM Motors, Xiaomi, Denza (parte di BYD), Hozon Auto (Neta), SERES, Chery New Energy e JAC Motors. Queste hanno le dimensioni, il capitale e il vantaggio innovativo per competere a livello globale, dice EVBoosters. Mentre fino a 450 marchi potrebbero scomparire entro il 2030, quelli che rimarranno saranno più snelli, più strategici e pronti per la leadership globale in un panorama dei veicoli elettrici in fase di maturazione.
L’immensa forza di 50 competitor sopravvissuti e affamati. In quanto a potenziali fusioni in Europa fra Gruppi (s’è parlato in passato di Stellantis con Renault), la Cina non vede l’ora che questo accada col sì dell’Antitrust. Allora saranno i cinesi a unirsi in Europa, per divenire mostri di smisurata potenza.