Oltre 150 leader aziendali chiedono all’Europa di mantenere la rotta sull’obiettivo delle auto a zero emissioni per il 2035 e di guidare con maggiore decisione la mobilità elettrica: lo fanno in vista del Dialogo Strategico del 12 settembre 2025, quando l’Ue si riunirà con vari esponenti automotive per decidere la sorte dell’auto termica. I gruppi di potere green vanno in pressing su Bruxelles: sì al tutto elettrico fra 10 anni, e ban del motore a combustione. Con mantenimento dei traguardi nel cronoprogramma di avvicinamento alla fine delle macchine a benzina e diesel, tale per cui alcune Case sarebbero sulla buona strada e altre no: vedi Mercedes secondo T&E.
L’UE decide la sorte dell’auto termica il 12 settembre 2025: chi è per il tutto BEV
Gran parte dell’ecosistema europeo della mobilità elettrica sta oggi parlando con una voce condivisa: dalle Case automobilistiche come Volvo e Polestar, ai leader della ricarica come Fastned e Ionity, ai produttori di batterie in Europa come Verkor e LG Energy, insieme ai principali fornitori di materiali e alle utility energetiche. Il loro messaggio? Il mondo sta diventando elettrico. L’Europa deve guidare la transizione con determinazione e senza esitazione per dare agli investitori fiducia a lungo termine ed evitare di dare ai rivali un vantaggio duraturo. È stata creata la nuova piattaforma “Take Charge Europe”. Ecco i target:
- Assicurare che le auto elettriche, le batterie e le infrastrutture siano costruite in UE affrontando le sfide di oggi a testa alta.
- Rivendicare la leadership dell’Europa.
- Creare posti di lavoro a prova di futuro.
- Ridurre la dipendenza dal petrolio straniero.
- Fornire azionamenti migliori e più economici per gli europei.
Cosa dice la lobby Acea delle Case
Da parte sua, la lobby Acea (costruttori) in Europa punta a una maggiore flessibilità, con traguardi realistici e l’utilizzo di ibride ricaricabili: PHEV classiche (grande motore a benzina) e REEV ad autonomia estesa (piccolo motore a benzina), in entrambi i casi contro l’ansia da ricarica. All’insegna della neutralità tecnologica.

Gli otto guai delle BEV in UE con effetti devastanti secondo noi
- Disoccupazione crescente per via delle elettriche.
- Indotto in crisi profonda.
- Possibile instabilità sociale specie in Germania, dove si è all’inizio di uno tsunami.
- Big dal futuro incerto.
- Controllo della filiera elettrica della Cina con supremazia totale del Dragone.
- Quota di mercato dei veicoli elettrici in Europa che ristagna intorno al 15%, una percentuale insufficiente per una svolta.
- Poche stazioni di ricarica veloci, il 75% delle quali si trova in soli tre nazioni: Paesi Bassi, Francia e Germania.
- Solo 880.000 punti di ricarica pubblici. Ma secondo le stime dell’Acea, entro il 2030 saranno necessari 8,8 milioni di punti di ricarica. Per raggiungere questo target, dovrebbero essere installati 1,5 milioni di caricabatterie all’anno, quasi 10 volte il tasso di crescita attuale.