Incubo Maserati 2024 con un rosso horror: perdite record da 701 milioni e produzione a picco (fonte MF). E ora Stellantis sborsa parecchio per il salvataggio. Il tutto nonostante la Casa abbia dimezzato le spese per ricerca e sviluppo dimezzate e ci sia stata una contrazione del 25% del costo del personale. Stellantis ribadisce di non voler vendere il marchio, ma a dicembre ha dovuto immettere 350 milioni. Tutto questo fa malinconia, se si pensa che un marchio del genere i francesi non riescono neppure a sognarlo di notte: idem per Alfa Romeo e Lancia. Che peccato.
Maserati rosso incubo nel 2024: vecchia gestione
Parliamo di risultati per scelte della vecchia gestione. Si vedrà in futuro cosa accadrà col nuovo CEO Filosa. Il marchio di lusso del Gruppo ha vissuto l’anno peggiore della sua storia recente, a fronte di una perdita di 96 milioni nel 2023. Un guaio che il top manager italiano affronterà insieme al responsabile europeo Jean-Philippe Imparato e al capo del marchio Santo Ficili. La società ha venduto 10.030 macchine, a -58,8% rispetto al 2023. Un calo che ha trascinato con sé anche il fatturato, sceso del 60,6% a 803,3 milioni di euro. La contrazione dei volumi ha determinato una riduzione del valore della produzione del 59,6%, mentre i costi sono scesi solo del 38,6%: insomma, margine industriale aggravato. Il costo della produzione è sceso a 1,322 miliardi di euro dai 2,155 miliardi del 2023. Per la riduzione del 57,4% nei costi di materie prime e merci (in linea con le consegne), e per il dimezzamento dei costi per la ricerca e sviluppo, ridotti da 199 a soli 106 milioni; 75 milioni per il personale.

La forbice non basta
Flop chiama flop. Il 2024 ha visto svalutazioni per 5,7 milioni su attrezzature industriali e impianti, legate alla cancellazione dei modelli New Quattroporte e MC20 BEV: al tavolo di poker, si voleva scommettere 1,5 miliardi di investimenti. Ma poi s’è visto che il lusso elettrico va ancora meno di quanto facciano le BEV “normali”. Gli appassionati esigono il sound del termico, sublime e spettacolare.
Così, a dicembre 2024, Stellantis ha effettuato un versamento in conto capitale da 350 milioni, portando la riserva soci a 550 milioni di euro. Il patrimonio netto del marchio è precipitato da 543 milioni (inizio anno) a 173 milioni a fine dicembre. Ora, c’è il pieno sostegno della multinazionale. Questo però si traduce in poche parole: soldi, da immettere quanto prima.
E nel 2025?
Nel primo semestre 2025 lo stabilimento di Mirafiori ha prodotto appena 140 Maserati, costringendo Stellantis a riorganizzare l’intera filiera. A Torino restano solo lastratura e verniciatura, mentre l’assemblaggio delle GranTurismo e GranCabrio viene trasferito a Modena proprio in queste settimane. A Modena prodotte solo 45 unità in sei mesi, con un calo del 71,9% rispetto al 2024. La fabbrica ha registrato appena 11 giorni di produzione effettiva nel semestre, con il 50% della forza lavoro in Contratto di Solidarietà. Nel sito di Cassino, invece, la produzione complessiva del primo semestre si è fermata a 10.500 unità, di cui solo un quarto relative al SUV Grecale, anche elettrica Folgore.
A oggi abbiamo in gamma Maserati la Grecale SUV, la GranTurismo e la GranCabrio, la nuova decappottabile del Tridente: modelli caratterizzati dall’utilizzo di materiali di altissima qualità e da soluzioni tecniche eccellenti. Ma intercettare i desideri dei consumatori in quest’epoca strana è difficilissimo. Al top, la supersportiva MC20 e la MC20 Cielo Spyder, spinte dal motore 100% Maserati Nettuno V6, che per la prima volta integra tecnologie derivate dalla F1 nel propulsore di una vettura di serie. L’ultima nata è la Maserati GT2 Stradale, versione stradale della GT2 con cui la Casa è tornata in pista nei campionati a ruote coperte. Il cuore della nuova supersportiva è il motore V6 Nettuno, che in quest’ultima configurazione raggiunge i 640 CV (471 kW). La GT2 Stradale è quindi la stradale più potente con motore a combustione interna.
Fra elettrico UE e dazi USA
Ci si mette anche la sfortuna nera. L’UE pressa tutti con l’elettrico e il ban termico 2035 e le multe pesantissime a chi sgarra. Bisogna vedere cosa decideranno a Bruxelles, innanzi al dramma automotive europeo, costellato di licenziamenti per via delle BEV: la pressione delle lobby green è sempre più forte affinché nulla cambi. La Cina inoltre è un concorrente spietato. Mentre Trump piazza dazi del 25% sulle macchine che arrivano dall’UE entrando in USA.
Chissà, magari Maserati in futuro potrebbe concentrarsi su ibridi plug-in (PHEV) per un periodo più lungo, che permettano di rispettare le normative sulle emissioni pur mantenendo l’esperienza di guida. Se l’elettrico resta fissato al 2035, come pare, allora urge una tecnologia all’avanguardia che possa competere con le prestazioni dei motori termici di lusso. Fra gli altri cardini della strategia futura, immaginiamo una personalizzazione più spinta, con materiali di pregio e un’esperienza cliente che abbia pochi pari. Questo potrebbe giustificare prezzi elevati e attrarre una clientela meno sensibile alle fluttuazioni di mercato. È ipotizzabile – col trasferimento della produzione a Modena – una massimizzazione dell’efficienza degli impianti rimanenti. Sarà importante negoziare meglio con i fornitori.