Microcar Mole Urbana fatta a Torino: perché è una scommessa azzardata e affascinante

Inaugurato lo stabilimento di Orbassano (Torino): nasce un paradigma della manifattura italiana, la microcar Mole Urbana. Scommessa affascinante.
Microcar Mole Urbana Microcar Mole Urbana

La Microcar Mole Urbana fatta a Orbassano (Torino) è davvero una scommessa tanto azzardata quanto affascinante. In premessa, non è un’auto: è una microcar. Un quadriciclo. Se leggete da qualche parte che si tratta di un’auto o a una vettura, siete innanzi a una fake dei siti. Idem per la Fiat Topolino, la Citroën Ami e la Renault Twizy tanto per capirci.

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Microcar Mole Urbana fatta a Torino: perché è una scommessa azzardata e affascinante

Microcar Mole Urbana circondata da rivali agguerriti

Il progetto fondato dal designer e imprenditore Umberto Palermo si scontra con numerosi rivali di ogni tipo. Sia microcar sia piccole auto elettriche cinesi e occidentali (come la Renault Twingo). Da una parte un mezzo che è un quadriciclo, dall’altra le auto, cosa del tutto diversa. In Italia e in Europa la macchina era e resta status symbol. Da capire se una microcar possa diventarlo. Mole Urbana si basa sul Made in Italy di sostanza. Ma un conto sono le vetture, un altro le auto

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Il nuovo impianto sorge su un sito industriale degli anni 1960, riportato in vita: 10.000 metri quadrati di pannelli solari, come simbolo di rigenerazione ambientale e industriale. Da capire se concetti del genere facciano presa sui consumatori.

Microcar Mole Urbana fatta a Torino: perché è una scommessa azzardata e affascinante

Famiglia di 12 modelli

La gamma Mole Urbana è una famiglia di 12 modelli elettrici modulari pensati per la mobilità cittadina. Dalle versioni a due, tre e quattro posti per il trasporto persone fino alle varianti cargo con capacità fino a 4 metri cubi. Per privati, per lavoro e per le consegne urbane. Con larghezza di 1,30 metri e lunghezze tra 2,65 e 3,30 metri, le microcar Mole Urbana uniscono compattezza, ergonomia e sicurezza, dice il produttore.

Microcar Mole Urbana fatta a Torino: perché è una scommessa azzardata e affascinante

Ecco la piattaforma tecnologica modulare

  • Telaio space-frame in acciaio inox AISI 304.
  • Batteria al litio ferro-fosfato (LiFe PO4) con sistema swapping. Ossia con sostituzione della batteria scarica del veicolo che viene rapidamente rimossa e sostituita con una carica presso una stazione automatizzata.
  • Ricarica domestica (presa Shuko) o rapida CCS. Tempi medi 3-5 ore o 380 V/22 kW.
  • Sospensioni indipendenti, freni a disco, pneumatici 155/85 R14.
  • Struttura modulare per differenti configurazioni (merci, passeggeri, sport, leisure).

Quanto costa e dove si vende

A maggio 2025, Umberto Palermo ha spiegato: “Puntiamo a un valore d’attacco sotto i 12 mila euro”. Senza incentivi, come per le macchine elettriche d’altronde. “Da lì insù fino a oltre i 20 mila euro”. Target, commercializzare 400 esemplari entro fine 2025 e produrne almeno 1.200 nel 2026. Vendendoli attraverso showroom ufficiali di note Case come Smart, Mercedes, BMW e Audi. 

Microcar Mole Urbana

Auto compatta: un’altra cosa

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Accanto alla gamma cittadina, Mole Urbana presenta Malya (foto su), il concept di auto compatta per l’uso extraurbano. Lunga 3,80 metri e larga 1,60, Malya è una keicar italiana, pensata per accogliere quattro/cinque persone con comfort e sicurezza, affrontando anche l’autostrada. È realizzata con processi leggeri: taglio, piegatura ed estrusione di alluminio.

Dipendenti e soldi investiti

Oggi i dipendenti sono 30. A pieno regime fra 80 e 100, con una crescita progressiva legata all’andamento degli ordini. Il progetto prevede un investimento di 7 milioni di euro: col primo round, raccolti 3,5 milioni il 18 dicembre. Il secondo nei prossimi mesi.