La guerra dei chip Paesi Bassi-Cina si inasprisce: guai per l’auto europea

Nexperia dai Paesi Bassi non invia wafer in Cina: sale il rischio che la crisi dei chip paralizzi l’industria auto europea.
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L’olandese Nexperia ha appena interrotto le spedizioni di wafer (i sottili dischi di silicio utilizzati per la produzione di chip) in Cina alla Wingtech Technology perché l’azienda cinese non paga nei modi e nei tempi previsti: allora, la società del Dragone non può creare i microprocessori e inviarli alle Case auto in Europa. Risultato, sale il rischio che la crisi dei chip paralizzi l’industria automotive europea. In tutto questo, l’Unione Europea osserva sbalordita e attonita, come fa per l’invasione di macchine orientali in UE, e per la stretta di Pechino sulle terre rare preziosissime per le vetture specie elettriche. Una dimostrazione di forza della superpotenza asiatica, e di debolezza tremenda di Bruxelles. A riprova che le mode degli anziani green in EU pro elettrico porta solo sconquassi: c’era una volta un’Europa leader col termico e ora in balìa del Celeste Impero.

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Crisi dei chip: confusione totale in UE

Questa mossa si aggiunge a una crisi di governance presso il produttore di chip di proprietà cinese, che svolge un ruolo chiave nelle catene di approvvigionamento automobilistiche europee. In un comunicato, Nexperia ha dichiarato mercoledì che le sue operazioni in Cina avevano smesso di operare all’interno del quadro di governance aziendale stabilito e stavano ignorando le istruzioni della sua sede centrale a Nijmegen, nei Paesi Bassi. Ha aggiunto di non garantire la proprietà intellettuale, la tecnologia, l’autenticità e gli standard di qualità dei prodotti realizzati nel suo stabilimento di Dongguan, nel sud della Cina, dalla metà di ottobre. L’azienda ha anche accusato il team locale di aver aperto conti bancari non autorizzati e di aver fatto un uso improprio dei sigilli aziendali.

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La Cina ha risposto bloccando le esportazioni di chip Nexperia all’inizio di ottobre, una decisione che le Case automobilistiche europee avevano avvertito che avrebbe potuto interrompere la produzione entro pochi giorni. Quindi, un allentamento della stretta. Adesso senza i wafer addio ai chip. È incredibile il vicolo cieco pieno di pericoli in cui l’UE si è ficcata per via del trendy dei vecchietti green.

Nexperia al centro di tutto

Nexperia produce più di 100 miliardi di chip all’anno, inclusi componenti per la gestione dell’energia utilizzati da case automobilistiche come Volkswagen, BMW e Mercedes-Benz. I suoi wafer sono fondamentali per molti sistemi elettronici e automobilistici a basso costo.

L’azienda, di proprietà di Wingtech Technology quotata a Shanghai, è al centro di tensioni politiche da quando il governo olandese ne ha assunto il controllo temporaneo a settembre. L’Aia ha citato preoccupazioni per la sicurezza nazionale e ha sospeso il presidente di Wingtech, Zhang Xuezheng, dal suo ruolo di CEO di Nexperia. Dietro, c’è la pressione USA affinché le tecnologie non finiscano in mano cinese. 

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Situazione delicatissima

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Nexperia afferma che sta lavorando per identificare soluzioni alternative per la catena di approvvigionamento e spera che una de-escalation possa essere raggiunta presto. Sono auspici. La realtà è che per creare una nuova catena di approvvigionamento con contratti e omologazioni servono mesi, se non anni. Bruxelles ha invitato l’azienda a unirsi alla Task Force dell’UE sul Chips Act, che sta raccogliendo dati sull’impatto economico delle restrizioni commerciali in corso. Informazioni, organismi sovrannazionali, intenti, progetti. Nel frattempo, che si fa? Altro che auto elettrica, altro che E-Car automobilina a pilette: qui si profila la paralisi.