Motori a biocarburanti italiani stroncati dai verdi T&E: i numeri

Per T&E, i biocarburanti a livello globale emettono più dei combustibili fossili che sostituiscono, come dimostra il nostro ultimo studio.
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L’Italia punta forte sui biocarburanti contro il ban termico 2035 UE, mentre la Germania sugli e-fuel, ma Transport&Environment stronca l’idea del nostro Paese. L’associazione verde accusa: uno studio dimostra come i biocarburanti a livello globale emettano più dei combustibili fossili che sostituiscono.

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Motori a biocarburanti italiani: no dei green

  • Secondo T&E, l’equivalente di 100 milioni di bottiglie di olio vegetale vengono bruciate nelle auto ogni giorno, il che significa che un quinto di tutto quel prodotto non viene mai utilizzato per il cibo.
  • Entro il 2030, le colture di biocarburanti richiederanno terreni delle dimensioni della Francia, il che lo renderebbe il sesto paese in termini di uso di terreni coltivabili a livello globale.
  • Sempre entro il 2030, si prevede che i biocarburanti emetteranno 70 MtCO2e – 70 Megatonnellate di CO2 Equivalente – in più rispetto ai combustibili fossili che sostituiscono. Si tratta delle emissioni di quasi 30 milioni di auto diesel.
  • I biocarburanti sono una cattiva soluzione per il clima e un enorme spreco di terra, cibo e milioni di sussidi. Bruciare le colture per il carburante non fa che allontanarci ulteriormente dai nostri obiettivi climatici.
  • Il 90% della produzione globale di biocarburanti si basa ancora su colture alimentari. Il problema principale è la disponibilità. 
  • L’uso di colture e terreni agricoli per la produzione di biocarburanti ha incoraggiato l’espansione dell’agricoltura in aree precedentemente non coltivate, portando al disboscamento, alla perdita di habitat e a emissioni significative di gas serra dovute alla perdita di vegetazione e alla perturbazione del suolo.
  • Togliere la terra dalla produzione alimentare può anche contribuire all’aumento dei prezzi dei generi alimentari, peggiorando potenzialmente i livelli di povertà in alcune delle comunità più vulnerabili del mondo.
  • Quando le colture vengono bruciate come carburante, potrebbe essere necessaria nuova terra per coltivare nuove colture per cibo o carburante, con disboscamento indiretto e deforestazione. 
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Attacco frontale contro il “demonio” biodiesel

Il Brasile è uno dei produttori in più rapida crescita e sta recuperando terreno rispetto agli Stati Uniti, il più grande produttore mondiale di biocarburanti. Insomma, dove va forte il biodiesel. Per T&E, i governi devono mettere in atto migliori salvaguardie contro i biocarburanti che contribuiscono al disboscamento e alla deforestazione quando elaborano politiche climatiche. I fondi pubblici dovrebbero dare priorità all’elettrificazione intelligente, all’efficienza e alle alternative realmente sostenibili. L’utilizzo di solo il 3% di questa terra per il solare produrrebbe la stessa quantità di energia.

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Nel 2023, l’industria dei biocarburanti ha consumato circa 150 milioni di tonnellate di mais, 120 milioni di tonnellate di canna da zucchero e barbabietola da zucchero. In totale, l’equivalente di 100 milioni di bottiglie di olio vegetale viene bruciato nelle auto ogni giorno, il che significa che un quinto di tutta l’offerta di olio vegetale non viene mai nemmeno utilizzato per il cibo. L’energia contenuta in queste materie prime potrebbe soddisfare il fabbisogno calorico minimo di fino a 1,3 miliardi di persone. Nel frattempo, fino a 800 milioni di persone nel mondo affrontano la fame.

La risposta?

Qualora i produttori di biodiesel o il governo Meloni volessero replicare a T&E, ospiteremmo la risposta.