Multe auto per 16 miliardi: ormai il danno è fatto per tre motivi 

Parlamento e Consiglio Europeo hanno approvato l’emendamento al Regolamento sui target di emissione di CO2: maggiore flessibilità a favore delle Case. Ma è tardi.
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Cambiano le regole sulle multe auto per 16 miliardi: Parlamento e Consiglio Europeo hanno approvato l’emendamento al Regolamento sui traguardi di emissione di CO2, introducendo maggiore flessibilità a favore delle Case. La modifica consente ai costruttori di rispettare i target nella media del triennio 2025-2027, anziché in ogni singolo anno. Dà la possibilità di compensare eventuali risultati in eccesso nel primo anno con quelli migliorativi nei due anni successivi. 

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Multe auto: troppo tardi per tre motivi 

1) Come evidenzia l’Unrae (Case estere), i budget delle aziende sono stati definiti tra fine 2024 e inizio 2025. Si è partiti dal Piano d’Azione di inizio marzo 2025, e si è arrivati a fine maggio 2025. Tre mesi per un emendamento (ancora non in Gazzetta Ufficiale).
2) Vanno considerati i princìpi contabili internazionali: i costruttori accantonano a bilancio se, non avendo raggiunto gli obiettivi nelle singole annualità, non hanno ragionevole certezza di poterli superare in quelle successive. Mettono via i soldi per quando il peggio arriverà: le ammende per 16 miliardi di euro.
3) L’alternativa alle multe è dare quattrini a chi vende tante auto elettriche: cinesi e Tesla. Si comprano crediti green col pooling. Tutto lecito, se non che esiste una  questione: i dobloni d’oro arricchiscono quelli che l’UE considera nemici. In quanto alle full electric vendute dalle Case in Europa, siamo a una quota mercato del 15% circa, nonostante sconti fortissimi: davvero poco.

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Facciamo notare come nessuno sappia infine le multe di 16 miliardi di euro dove vadano a finire. C’è un fondo specifico UE? I soldi verranno impiegati come? Che normative strane.

Titanic con orchestra mentre Trump impazza

Il tutto su una base bollente, riscaldata da Trump, coi dazi che oggi ci sono, domani no, dopodomani al 50%, il giorno dopo ancora stoppati momentaneamente. Scenari degli anni 1930, sostiene l’Unrae. Servirebbe una reazione alla velocità della luce, ma qui in Europa si viaggia a due all’ora per andare da una parte all’altra del pianeta. E il pompiere accorre con l’acqua quando ormai le fiamme hanno già divorato l’edificio.

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