Il Parlamento dell’Unione Europea ha detto sì alle nuove multe UE alle Case auto per le emissioni di CO2: il quadro di calcolo della media triennale – anziché annuale – proposto offre ai produttori di auto maggiore flessibilità per raggiungere gli obiettivi. Affinché l’emendamento alle regole sia definitivo, serve l’ok del Consiglio. Ma i passi da fare sono tanti per dare davvero ossigeno al mercato.
Multe UE alle Case auto per le emissioni di CO2: solo un millimetro avanti
Secondo Sigrid de Vries, direttore generale Acea (costruttori auto europei), c’è bisogno di una strategia di decarbonizzazione a lungo termine che includa un maggior numero di stazioni di ricarica, incentivi all’acquisto e fiscali. Necessari prezzi dell’energia più equi, mantenendo al contempo il settore una potenza competitiva e garantendo l’autonomia strategica dell’UE sulle tecnologie critiche. La prossima revisione del regolamento sulle emissioni di CO2, prevista dal Piano d’azione per l’industria automobilistica dell’UE, deve essere solida e completa. Le sole flessibilità immediate non sono sufficienti a rimettere in carreggiata la transizione verso l’auto elettrica.
Per l’Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica), l’adozione della misura deve essere il primo e fondamentale passo del più ampio e complesso percorso di revisione regolamentare settoriale.

Quanti soldi ballano
Per lo sforamento delle emissioni nelle vendite di auto nel 2025, con le regole attuali, in attesa di modifica, le Case pagheranno 16 miliardi di euro di multe UE. Soldi che nessuno sa dove finiscano. In alternativa, faranno pooling, comprando crediti verdi da cinesi come BYD e Tesla. Infatti, il regolamento comunitario stabilisce obiettivi annuali, su periodi di cinque anni, per tagliare le emissioni medie di CO2 delle autovetture e dei furgoni. Per il quinquennio 2025-2029, è entrato in vigore il primo gennaio scorso un target di riduzione del 15% rispetto ai valori del 2021. Con l’emendamento, si concederà ai costruttori la possibilità di rispettare gli obblighi per gli anni 2025, 2026 e 2027, calcolando la media nel triennio. Si ha maggiore tempo per pagare, ma il denaro viene accantonato e non certo usato per investimenti nell’elettrico.

La lobby verde T&E molto critica: “Regalo inutile”
Stando a Transport & Environment, il ritardo è un regalo inutile all’industria automobilistica, proprio mentre le vendite di auto elettriche sono in aumento in Europa. Le Case automobilistiche europee hanno venduto il 45% in più di auto elettriche a batteria nei primi tre mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2024. Tuttavia, la Commissione europea ha risposto alle pressioni dell’industria automobilistica europea proponendo di dare alle aziende fino al 2027 per rispettare i loro obiettivi di riduzione delle emissioni dell’UE per il 2025. Questo indebolimento della legge servirà solo a frenare la transizione verso i veicoli elettrici e a minare la certezza degli investimenti nel settore manifatturiero europeo, dice.
Sentiamo Lucien Mathieu, direttore del settore automobilistico di T&E: “È ironico che l’UE stia ritardando gli obiettivi sulle emissioni per l’industria automobilistica proprio mentre le vendite di veicoli elettrici aumentano. Il boom è dovuto ai nuovi modelli più accessibili lanciati dalle Case automobilistiche per rispettare l’obiettivo iniziale dell’UE”. La lobby verde ha invitato l’UE a mantenere ferme le sue future politiche di riduzione delle emissioni di CO2, “poiché l’Europa non può permettersi ulteriori ritardi nel raggiungere la Cina”.