Multe UE alle Case auto per le emissioni di CO2: procedura veloce?

L’8 maggio 2025, il Parlamento UE si esprimerà sulla proposta della Commissione a favore di un meccanismo meno rigido che riguarda le multe UE alle Case auto per le emissioni di CO2.
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Siamo ancora in alto mare nel Vecchio Continente in materia di multe UE alle Case auto per le emissioni di CO2. Oggi, 6 maggio 2025, le normative stabiliscono obiettivi annuali su periodi di cinque anni per tagliare le emissioni medie di CO2 dei veicoli, mentre per il quinquennio 2025-2029 è entrato in vigore il 1° gennaio 2025 un traguardo di riduzione del 15% rispetto al 2021. Così, 16 miliardi di sanzioni alle Case per sforamento, o costruttori che comprano crediti green a cinesi e Tesla (i due nemici UE) facendo pooling.

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La proposta della Commissione UE sulle multe alle Case auto per le emissioni di CO2

C’è un emendamento, inserito nel Piano d’Azione presentato dalla Commissione UE, che intende concedere ai costruttori la possibilità di rispettare gli obblighi per gli anni 2025, 2026 e 2027: si calcola  la media delle loro prestazioni nel triennio e non in ogni singolo anno. Comunque sia, i soldi vengono messi da parte: accantonamento. Insomma, un allentamento, un po’ di tempo in più tramite un meccanismo di compliance pluriennale. Non è una rivoluzione automotive. L’idea è che in questo modo i Gruppi auto abbiamo un minimo di margine in più per evitare grossi tagli di personale e per investire nelle tecnologie auto del futuro.

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Non c’è nessun rinvio di tre anni in base ai princìpi contabili internazionali: è il calcolo delle emissioni medie su tre anni (2025-27) anziché sul singolo anno. È cioè il “banking & borrowing”: attraverso i meccanismi di accumulo e prestito, le Case possono accumulare un surplus di conformità (o prenderlo a prestito dal periodo successivo) per compensare eventuali deficit.

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I prossimi passi

Il Parlamento UE voterà l’8 maggio 2025. Se arriverà l’ok, allora dovrà dire sì anche il Consiglio UE coi 27 Paesi. In tutto questo, vanno messi d’accordo i 27 governi (con idee e colori diversi), 720 deputati, e i rappresentanti delle varie lobby. Da segnalare l’opposizione strenua di alcuni gruppi di potere, i quali non intendono fare marcia indietro di un millimetro, anche per la paura che il Green Deal scricchiolante crolli, specie con una Germania così debole.

Tutto, tranne che veloce

Pertanto, se e quando arriverà il sì, comunque saranno passati mesi dal punto di partenza. Il 27 novembre 2024, la Commissione europea aveva dato l’annuncio dell’avvio – il 30 gennaio 2025 – di un Dialogo Strategico con l’industria automobilistica europea, le parti sociali e gli altri principali portatori di interessi. Diciamo – con ottimismo – che tutto l’iter si concluda a fine maggio 2025. Fanno sei mesi. In un mondo automotive che va a tremila all’ora, col Celeste Impero che sforna full electric e batterie iper efficienti a getto continuo, all’insegna dell’Intelligenza Artificiale e della reattività politico-istituzionale, mezzo anno per un emendamento non rende l’UE vincente innanzi alla Cina, agli USA e alla Russia.

I famosi 40 giorni sono trascorsi da un po’

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Desideriamo rammentare che il 16 gennaio 2025 – al Summit Automotive di Stoccarda – Stéphane Séjourné, vicepresidente esecutivo per la Prosperità e la strategia Industriale della Commissione UE (e Commissario per l’industria, l’imprenditoria, le piccole e medie imprese e il mercato unico), aveva detto: entro 40 giorni in arrivo soluzioni di emergenza per il comparto auto, inserite nel Clean Industrial Deal. Che sostituirebbe – dice chi l’ha capito – in parte il Green Deal. Misteriosa tutta questa frenesia improvvisa. Dal Green Deal 2019 a fine 2024, si è atteso lo tsunami. Adesso, si vuole fare tutto in fretta, andando comunque pianino.

Ma i quattrini dove finiscono?

Con la vecchia o la futura regola, magari qualche Casa pagherà lo stesso le multe emissioni CO2; tuttavia, nessuno sa dove vadano a finire quei quattrini. Manca un fondo specifico, magari – lanciamo noi l’idea – a beneficio delle vittime dell’auto elettrica: disoccupati e le loro famiglie.

Incentivi paneuropei auto elettrica: spariti

A inizio 2025, l’UE aveva più volte dichiarato che stava valutando la possibilità di introdurre incentivi paneuropei per sostenere la transizione ecologica: no a misure nazionali frammentarie, scoordinate, prive di veri effetti sul lungo termine. A distanza di un paio di mesi, la Commissione dichiarava di voler supportare concretamente lo sviluppo della domanda di auto a zero emissioni: raccomandazioni agli Stati membri per valorizzare le best practices e individuare possibili fonti di finanziamento. Spariti d’un tratto quelli che erano una valida idea.

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