Trionfa la Cina: Nexperia torna cinese. Il governo dei Paesi Bassi cancella il proprio controllo sull’azienda che in origine era di proprietà della Wingtech, ossia un’azienda della nazione asiatica. Un paio di mesi fa, l’esecutivo olandese aveva nazionalizzato Nexperia sostenendo che ci fosse il pericolo di esportazione della tecnologia in Cina, esautorando perfino l’amministratore delegato cinese. Così da catturare le benevolenza di USA e UE. Con la massima tranquillità del più forte, il Dragone ha smesso di inviare i chip dalla nazione orientale in Europa e nel resto del mondo: Case a rischio paralisi, con le macchine senza semiconduttori semplici per apparati basici. Allora ora l’inversione a U dal Paese del Nord Europa, che ha combinato solo un pasticcio colossale.
Nexperia torna cinese: dimostrazione di forza della superpotenza asiatica
La Cina controlla i chip Nexperia, le batterie auto elettriche, le tecnologie BEV, le terre rare, l’estrazione dei minerali per gli accumulatori. Una batosta ai danni soprattutto dell’Unione Europea e della Germania, che si sono infilati nel vicolo cieco del Green Deal auto elettrica 2019 con bando termico 2035: ora Pechino si esibisce in dimostrazioni di forza con riflessi sull’automotive. Se il Dragone vuole, qui si blocca tutto: zero vetture a corrente. Un successo geopolitico e industriale per la Cina, a dimostrazione in modo inequivocabile la profonda vulnerabilità dell’Europa nel settore strategico dei semiconduttori. Dopo un tentativo di nazionalizzazione da parte dei Paesi Bassi, il governo olandese si è rimangiato tutto. La motivazione ufficiale di Amsterdam era la sicurezza nazionale e il rischio di vedere trasferite in Cina tecnologie chiave per i chip utilizzati nell’automotive. Quindi, oggi il pericolo non c’è più? O c’è ancora e – nonostante il rischio – si torna al punto di partenza?
Cambiano i rapporti di forza
La verità è che in Europa certi Stati hanno vita facile quando si tratta di imporre i propri voleri agli altri, incluse strane politiche green. Se si trovano innanzi un mostro sacro come la Cina, di colpo si ridimensionano. Il Dragone ha semplicemente premuto un interruttore critico: ha congelato tutte le esportazioni di semiconduttori Nexperia. Senza annunci né proclami verdi. È bastato l’addio all’assemblaggio dei suoi chip. La tecnologia europea inviata per la finitura rimane intrappolata nel blocco logistico imposto da Pechino.
Le task force anti panico
Le principali associazioni di categoria, come la tedesca VDA (Verband der Automobilindustrie) e l’Acea (costruttori europei), hanno lanciato un grido d’allarme. Aziende come Volkswagen, Bosch e Hella hanno dovuto istituire task force d’emergenza. Stellantis aveva una sorta war room. Di fronte alla prospettiva di mandare in crisi l’intero comparto automobilistico europeo, le autorità olandesi hanno capitolato.

Chissà ora che accade
La disputa si stava trasformando in una potenziale catastrofe produttiva per l’industria automobilistica globale, e in particolare per quella europea. I chip prodotti da Nexperia sono componenti essenziali e insostituibili per il controllo elettronico di base dei veicoli: dai sensori ai sistemi di gestione dell’alimentazione. Adesso si vedrà cosa deciderà la Cina. L’incertezza sulla piena disponibilità dei chip Nexperia rimane: magari Pechino potrebbe imporre la rivisitazione dei termini del contratto. Dopo la crisi chip in pandemia, s’era detto che l’Europa avrebbe cercato attivamente soluzioni per diversificare le proprie fonti di approvvigionamento di semiconduttori strategici. S’è visto.
