Guai pesanti per l’automotive europeo, specie tedesco, derivano dallo tsunami chip Nexperia. I fornitori automobilistici in terra teutonica stanno ancora affrontando una carenza globale di microprocessori scatenata da una disputa commerciale, con migliaia di lavoratori che subiscono interruzioni della produzione. Cina e Paesi Bassi sono bloccati in una battaglia per il controllo di Nexperia, sebbene ci siano speranze di un allentamento della situazione con il governo olandese che invia una delegazione di alto livello a Pechino questa settimana per cercare di trovare un compromesso, dice la Reuters.
Effetto domino
Questi fornitori a loro volta non danno i chip alle Case auto. Quindi, la produzione delle vetture è destinata a paralizzarsi. D’altronde, i Paesi Bassi si sono messi contro la Cina seguendo la strategia USA, allineandosi all’UE. Siccome però l’Europa dipende dal Dragone per i microprocessori basici, ci siamo tirati la zappa sui piedi da soli. È il caos totale che si somma al flop elettrico e alla dipendenza dal Celeste Impero per le batterie e le terre rare.
Conseguenze per i fornitori
Bosch è in difficoltà a causa delle interruzioni in tre dei suoi siti produttivi: Ansbach e Salzgitter in Germania e Braga in Portogallo. “Continuiamo a dare la massima priorità a tutto ciò che possiamo per servire i nostri clienti ed evitare o ridurre al minimo le restrizioni di produzione”, ha affermato. I chip di Nexperia, con sede nei Paesi Bassi, sono tecnologicamente semplici ma onnipresenti nei sistemi elettronici delle auto e in altri prodotti di consumo. Il governo olandese ha preso il controllo dell’azienda di proprietà cinese a settembre per timori di trasferimenti di tecnologia, spingendo Pechino a limitare le esportazioni dei prodotti finiti dell’azienda dalla Cina.
Ciò ha lasciato fornitori importanti come Bosch, Aumovio, e ZF Friedrichshafen a cercare affannosamente fornitori alternativi, mentre il ministero del Commercio cinese ha concesso esenzioni dal divieto di esportazione per alcuni. Poiché la crisi delle forniture rallenta la produzione, Bosch ha rimandato a casa i lavoratori quando necessario.

Cassa integrazione a tutta birra
In Germania, l’azienda sta utilizzando misure di cassa integrazione sostenute dallo Stato secondo necessità per un numero compreso tra 300 e 400 lavoratori a Salzgitter, dove ne impiega 1.300, e per circa 650 dei 2.500 lavoratori ad Ansbach, ha detto il portavoce. A Braga, circa 2.500 dipendenti su un totale di 3.300 sono interessati da aggiustamenti temporanei dell’orario di lavoro o cassa integrazione, ha aggiunto il portavoce. ZF Friedrichshafen ha affermato che le sue forniture di chip sono assicurate fino alla metà della prossima settimana. L’associazione automobilistica tedesca VDA ha affermato che la situazione rimane tesa. “È troppo presto per dare il via libera: non possiamo escludere ulteriori impatti sulle catene di approvvigionamento nelle prossime settimane”, ha detto a Reuters l’amministratore delegato della VDA, Marcus Bollig. Sono tutti soldi dello Stato, che peraltro che è in difficoltà.
Problemi in Giappone
Le carenze stanno colpendo le catene di approvvigionamento a livello globale, con la giapponese Nissan che taglierà la produzione di altri 1.400 veicoli presso il suo stabilimento di Kyushu la prossima settimana, ha detto una persona che ha familiarità con la questione.
