Dalla Ford Model T del 1908 alla seconda rivoluzione del colosso USA: i fornitori esterni possono fare i motori elettrici e ibridi. L’idea è del vicepresidente John Lawler, che si aspetta una maggiore esternalizzazione dei motori ai fornitori, in quanto il passaggio all’ibridazione ha eliminato molte delle caratteristiche uniche dei motori a combustione (fonte Autonews). Come dire che arriva l’era dell’ibridazione a ridefinire la produzione automobilistica. Dal gigante del tutto autonomo in fatto di propulsori, a quello che esternalizza a beneficio dei fornitori. Per una maggiore redditività. E come risposta all’avanzata impressionante della Cina.
C’era una volta il motore termico, capolavoro automotive
Ieri, il motore a combustione interna era il cuore pulsante dell’auto, un capolavoro di meccanica che definiva l’identità di un modello e di un marchio. Ogni costruttore vantava le proprie innovazioni, architetture, prestazioni. Oggi, c’è maggiore standardizzazione con l’elettrico, nel mentre che sono richiesti investimenti enormi in nuove tecnologie: batterie, software di gestione dell’energia per raggiungere economie di scala sempre maggiori. Il singolo fornitore ha modo di concentrarsi solo sul propulsore. Per Ford, come per altre Case automobilistiche globali, l’esternalizzazione potrebbe liberare risorse preziose da reinvestire nelle aree dove il vantaggio competitivo sarà più significativo in futuro: elettrici puri, Intelligenza Artificiale, connettività, servizi di mobilità.
Tutto più veloce
Esternalizzare permette di essere più flessibili e veloci nel rispondere ai rapidi cambiamenti del mercato e alle evoluzioni tecnologiche. Una reazione immediata alla precoce obsolescenza tecnologica dei powertrain. Invece di riconvertire o dismettere intere fabbriche di motori, ci si affida a partner che già detengono le tecnologie e le capacità produttive più avanzate.
