Stando alla stampa giapponese, il Gruppo guidato da John Elkann starebbe aiutando l’ex controllata Magneti Marelli con pagamenti anticipati. Obiettivo: migliorarne la liquidità evitando la paralisi delle forniture.
Stellantis paga in anticipo Marelli, così che questa eviti la paralisi delle forniture al Gruppo euroamericano. Stando all’agenzia di stampa giapponese Kyodo, la società presieduta da John Elkann avrebbe avviato un piano di supporto finanziario a favore di Marelli Holdings, erede del gioiello della componentistica Magneti Marelli. Che dal 2018 è sotto il controllo nipponico, dopo essere stata venduta dall’allora FCA per 6,2 miliardi di euro. La storica azienda è stata fusa con Calsonic Kansei nel 2019, e ora è alle prese con un processo di ristrutturazione aziendale proprio in un momento delicatissimo a livello globale, pieno di incognite.
Non un’iniezione di capitale
L’aiuto di che tipo è? Non un’iniezione di capitale fresco. L’azienda ex FCA-PSA ha accelerato i pagamenti nelle transazioni commerciali con Marelli contribuendo così a migliorarne in modo significativo il flusso di cassa: via libera per pagare il dovuto ed evitare di fare debiti.
Il 31 marzo 2025, un consorzio di istituti di credito guidato da Deutsche Bank e Mizuho Bank ha concesso a Marelli una proroga di un mese per il rimborso di una tranche da 18 miliardi di yen (110 milioni di euro), parte di un’esposizione complessiva che di 650 miliardi di yen (4 miliardi di euro). Si resta in attesa di una negoziazione per nuovi finanziamenti con il pool bancario.
Stellantis soccorre Marelli: ossigeno
Una boccata d’ossigeno che consente di stare alla larga dalla paralisi: senza risorse, il pericolo incombente era quello di una sospensione della produzione con gravi ripercussioni sulla catena di fornitura globale di Stellantis. Parliamo di componenti strategici come sistemi di illuminazione e parti per motori.

Situazione intricata
Stellantis è uno dei principali clienti di Marelli. Pertanto, con il Gruppo auto non proprio in forma smagliante (profitti giù e futuro da decifrare), ne risente pure il fornitore di proprietà giapponese. Nell’esercizio chiuso a dicembre 2024, l’azienda (che comunicherà il CEO per metà 2025) ha registrato un calo dell’utile netto del 70% per il rallentamento delle vendite in Nord America: con le politiche dell’ex capo Tavares, Jeep non è più stata la preziosissima gallina dalle uova d’oro. Proprio questo fattore è stato fra quelli decisivi per la rottura con gli azionisti, allarmati dal profit warning.