Musk punta forte anche sulla Tesla Model Y Performance AWD da 460 CV 2025 per rianimare qui da noi le vendite, visto l’assalto da parte di innumerevoli marchi – non solo cinesi – con tecnologie evolute nel settore delle elettriche. Ecco un’analisi del SUV per il mercato europeo prodotto nella Gigafactory di Berlino con gli ordini già aperti.
Tesla Model Y Performance da 460 CV 2025: furia elettrica
Una belva a trazione integrale da 343 kW (460 CV) per decollare da zero a 100 km/h in 3,5 secondi e volare 250 km/h. Nelle città italiane infestate da inutili e dannose Zone 30 e monopattini pericolosissimi, il mezzo non lo usi, o è sprecato. In autostrada al massimo fili a 130 km/h. Allora o vai sulle autostrade tedesche – nei pochi tratti senza limite – o godi in pista. Un giocattolone sfizioso con batteria da consumo medio di 16,2 kWh/100 km, per un’autonomia nel ciclo Wltp di 580 km. Siccome è una tigre, la Model Y Performance beneficia di modifiche a molle e barre stabilizzatrici, con sospensioni adattive dotate di setup specifico. Se sei in gamba, ti trastulli con intelligenza manovrando il software di bordo per personalizzare le modalità di guida.
Tesla Model Y Performance da 460 CV 2025: il prezzo è basso
Il listino parte da 61.990 euro, con le consegne previste da settembre 2025. La Tesla dispone di un plus che nessuno ha finora, ossia le Supercharger. All’interno delle stesse BEV, questo listino è iper concorrenziale: questo è secondo noi un SUV supercar col prezzo di un SUV. Per le termiche, si spendono 100.000 euro per un mezzo del genere. È tuttavia vero che fra autonomia dichiarata e quella vera di una BEV la forbice è grandissima, più di quella delle termiche. Se fa caldo o freddo in autostrada con un’elettrica e usi il “clima”, la percorrenza crolla. Sicché abbiamo la Model Y RWD a 44.990 euro, la Long Range RWD a 49.990 euro, la Long Range AWD a 52.990 euro e la Performance AWD a 61.990 euro.
Tesla Model Y Performance da 460 CV 2025: com’è fuori e dentro
Rispetto alle versioni normali, la Model Y Performance offre paraurti anteriore e posteriori sportivi, cerchi forgiati di 21 pollici con coperture aerodinamiche integrate. Ma anche pinze freno rosse, badge Performance sul portellone e nei proiettori delle luci sottoporta, più le calotte degli specchietti in nero lucido e spoiler in fibra di carbonio. All’interno, sedili sportivi, col cuscino per le gambe che si estende elettricamente, inserti in fibra di carbonio per cruscotto e pannelli porta, più la pedaliera in alluminio. Touchscreen centrale gigantesco, nella corsa a chi propone maxi schermi sempre più debordanti: si schizza da 15,4” – ch’era già tanto – a 16” e risoluzione maggiore, con l’80% di pixel in più. Da utilizzare con sapienza: se sei sciocco e ti distrai alla guida, sono dolori. Mai farsi attrarre da quelle immagini favolose.
Fra novità e qualcosa di già visto
L’auto è uscita in prima versione nel 2020. Il telaio in pressofusione è stato introdotto a Berlino nel 2021. Metà delle parti che la compongono è nuova: sterzo, sospensioni, motore posteriore, pompa di calore, gruppo batteria/inverter e gestione elettronica, nonché rivestimenti interni e aerodinamica. Consuma mediamente il 12% in meno di quella vecchia e migliora di un secondo lo 0-100 che era già notevole. Tuttavia, la linea di fiancata è la stessa escludendo il cassone del Truck.
Un 2025 orribile per Tesla? No
Con la Cina che divora quote di mercato, coi clienti di sinistra indemoniati contro Musk, comunque per Tesla non è un 2025 orribile. C’è il green pooling dei Gruppi auto che comprano i crediti verdi da Elon sia in USA (per le politiche di Sleepy Joe, ora fatte a pezzi da Trump) sia in UE: Bruxelles – con le multe da 16 miliardi – sostanzialmente consente a un nemico di destra come il porprietario della Casa texana di incassare una quantità di quattrini immensa. Nel mentre che lui dorme di notte vendendo sempre meno macchine. Non sarà mica una sua colpa se le lobby green godevano per aver ideato sistemi così perversi.
