Vincono le lobby green: ancora sì all’auto elettrica da parte del leader UE Ursula von der Leyen, che ha tenuto al Parlamento Europeo il tradizionale discorso annuale sullo stato dell’Unione. Si punta sull’E-Car europea. La E sta per ecologica: pulita, efficiente e leggera. E sta per economica: accessibile a tutti. E sta per europea: prodotta in Europa, con catene di fornitura europee.
Sconfitta per le Case che puntavano sulle ibride e su paletti meno rigidi in materia di ban termico 2035. Con intelligenza, i gruppi di potere verde hanno esercitato una notevole pressione in questi mesi, fiancheggiati da media compiacenti. Nessun riferimento a disoccupazione, fabbriche che chiudono, dramma dei senza lavoro nel comparto automotive. Ne vedremo delle brutte in tutta Europa, Italia inclusa.
Small Affordable Cars con le E-Car europee protagoniste
Il leader UE scommette sulle piccole elettriche tipo le keicar giapponesi. Obiettivo, far sì che tutti possano comprare elettrico. Ma sarà davvero così? Cautela: le macchine a batteria costano un occhio, per via di investimenti fortissimi. Eppoi chi mai vuol comprare un mezzo scomodo, con autonomia ridicola, e pochissime colonnine veloci? “Milioni di europei vogliono acquistare auto europee a prezzi accessibili. Quindi, dovremmo investire anche in veicoli piccoli e accessibili. Sia per il mercato europeo sia per soddisfare l’impennata della domanda globale. Per questo, proporremo di collaborare con l’industria a una nuova iniziativa denominata Small Affordable Cars”.
Auto europea: no alla Cina
“Perché non possiamo permettere alla Cina e ad altri di conquistare questo mercato. In ogni caso, il futuro è elettrico e l’Europa ne farà parte. Il futuro dell’auto – e le auto del futuro – deve essere realizzato in Europa”, aggiunge.

Qualche problema
Non si capisce perché mai un europeo, fra l’E-Car europea e la China electric Car, debba scegliere la prima. Misterioso il vantaggio competitivo su powertrain elettrico, autonomia, efficienza della batteria. Inoltre la Cina ha in mano la filiera dell’elettrico: sarà arduo scavalcare Pechino, che controlla anche le miniere coi minerali per fare gli accumulatori.
E-Car: non ci siamo
È immaginabile che l’E-Car sia sotto i 3,8 metri di lunghezza, con potenza massima 70 kW, velocità 130 km/h. Vetture carissime e piene di tecnologie. Ma i costruttori chiedono piccole macchine facili: zero Adas obbligatori, regole di crash test più blande, regolamentazione specifica per consumi e conteggio delle emissioni di CO2. L’etichetta E-Car di E-Cologica, E-Conomica, E-Uropa è vuota se il mezzo è costoso: l’UE non è competitiva con la Cina, inutile insistere.
Occhio al precedente Smart
Poi c’è una questione delicata di cultura e status symbol: in Europa vanno le macchine sfiziose, comode e pratiche, almeno carine da vedersi, sebbene citycar. Con un minimo di ritorno d’immagine. Nel Vecchio Continente, ci ha provato la Smart. Un flop: il mezzo è piaciuto solo a Milano e Roma, in contesti particolari, pieni di divieti e di caos urbano.
Noccioline: 1,8 miliardi di euro per i produttori di batterie
Il presidente von der Leyen ha annunciato 1,8 miliardi di euro per i produttori di batterie. Sono noccioline sia in assoluto sia rispetto alle immense risorse del Dragone. Non sarà una contesa alla pari. Dovrebbe essere una misura provvisoria fino a quando il nuovo bilancio dell’UE non fornirà più finanziamenti strutturali (forse basati sulla produzione).
