Panzer tedeschi all’arrembaggio del Dragone: Volkswagen attacca la Cina con la piattaforma elettrica SSP (Scalable Systems Platform) che costituirà la base per le nuove auto del Gruppo dal 2027, come riporta automobilwoche. Sono ossature digitalizzate e altamente scalabili, basate su un’architettura di sistema uniforme. Magari diverrà l’unica di VW in futuro, con lo stabilimento principale di Wolfsburg all’avanguardia, puntando specie su Golf e T-Roc full electric. Supporterà 40 milioni di veicoli con potenze che vanno da 115 a 1.000 CV, coprendo modelli di tutti i marchi, incluse le Porsche.
VW anti Cina con la SSP
La SSP integrerà batterie, software e sistemi di guida autonoma comuni, sfruttando la tecnologia a 800 volt e le celle batteria unificate, che impiega gli stessi formati fisici di pacchi con diverse chimiche interne. Questo approccio mira a rendere la progettazione dei futuri veicoli elettrici meno costosa e più rapida. Il nemico da combattere è il basso margine di profitto. Siccome i prezzi non si possono alzare (specie senza incentivi statali), allora occorre produrre spendendo meno all’interno di significative economie di scala.

Dazi, che caos: esportazioni sostenibili per VW?
Intanto la guerra dei dazi, con Trump scatenato, sta facendo riflettere il CEO Volkswagen Oliver Blume: le esportazioni dalla Germania e dal Messico con dazi attorno al 25% sono sostenibili? Si rischi di produrre e di cercare di vendere macchine già costose di per sé a prezzi ancora più elevati, causa tariffe doganali. Gli Stati Uniti sono il mercato di esportazione più importante per l’industria automobilistica tedesca. Le barriere rendono l’export meno vantaggioso. Si valuta la possibilità di spostare parte della sua produzione, in particolare per il marchio Audi, negli USA. Assieme a BMW e Mercedes-Benz, VW si è espressa contro l’imposizione di muri, che danneggiano la crescita economica e il libero scambio.