Non s’era mai visto un attacco del genere contro i SUV: adesso vogliono eliminarli dalle città. Tutto nasce dalla principale pubblicazione medica britannica (British Medical Journal), che riconosce gli Sport Utility come un pericolo pubblico per i pedoni. Queste auto pesanti e col cofano alto causano lesioni gravi alle persone investite, divenendo una minaccia maggiore di quanto siano le normali macchine. Pertanto le lobby green intendono estrometterli dai centri urbani. Attenzione perché in passato e nel presente queste idee fanno presa sulle amministrazioni locali: vedasi le Zone a Traffico Limitato, le Aree a pagamento, gli stalli blu e gialli, la sosta a tariffa maggiorata per le vetture ingombranti a Parigi, i limiti a 30 km/h come soluzione di ogni male.
SUV, il re del male col cofano sempre più alto
Gli ambientalisti di Transport & Environment invitano gli enti centrali e locali ad agire contro il SUV, e invitano anche le istituzioni internazionali a prendere seri provvedimenti. Nel mirino ci sono le altezze del cofano, che aumentano di 0,5 cm ogni anno. Più l’altezza del cofano supera i 75 cm, più è letale in caso di incidente, a parità di altre condizioni. L’altezza media del cofano – dice T&E – delle auto nuove vendute in Europa nel 2024 è stata di 84 cm, rispetto ai 77 cm del 2010. Dall’articolo: “Così, coloro che camminano o vanno in bicicletta, o vogliono farlo, si trovano ogni anno di fronte a una coorte di nuove auto che hanno una forma più pericolosa. Questi veicoli riducono lo spazio disponibile per i ciclisti (e gli altri veicoli a due ruote) per muoversi in sicurezza accanto a loro e rendono più difficile ottenere un aumento degli spostamenti attivi e i sostanziali benefici per la salute pubblica associati”. Dunque SUV come mine vaganti anti uomo e anti ciclista e anti monopattinista. La guerra fra questi veicoli e gli utenti vulnerabili.

Cosa cambia
L’elevata altezza del cofano nei SUV (in genere 900-1100 mm contro 700-850 mm nelle berline) cambia radicalmente la cinematica dell’impatto. Quello primario si sposta dagli arti inferiori al busto/testa. L’indice di distanza di avvolgimento è ridotto, portando il pedone a essere abbattuto piuttosto che proiettato sul veicolo. Le forze di contatto con il suolo spesso superano le forze d’impatto veicolari in termini di gravità. Dalle indagini forensi, le collisioni tra SUV e pedoni mostrano tre cose: tassi di mortalità superiori del 25-30% a velocità di impatto simili; lesioni alla testa più gravi dovute al contatto diretto con il cofano; aumento del potenziale di travolgimento quando la vittima cade sotto la traiettoria del veicolo.
SUV, il principe del carspreading
Il SUV è protagonista assoluto del carspreading, la tendenza delle auto a diventare sempre più grandi ogni anno e a spingere le altre fuori strada: un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi climatici e di qualità dell’aria. Quelli a combustibili fossili emettono più carbonio rispetto alle auto a benzina di dimensioni normali. A mo’ di esempio, il SUV T-Roc di Volkswagen emette l’11% in più di CO2 rispetto alla VW Golf su cui si basa. I veicoli più grandi utilizzano più materie prime nella produzione, aumentando ulteriormente le emissioni di carbonio. Pertanto questi mezzi sono un danno sia per la sicurezza sia per l’ambiente, chiosa T&E.
No ai pregiudizi con generalizzazioni
Secondo noi, bisogna dire no ai pregiudizi con generalizzazioni. Molta ricerca e sviluppo è stata dedicata alla riduzione al minimo dell’impatto frontale dei pedoni: investimenti immensi in sicurezza. Alcuni marchi riconoscono che la sicurezza dei pedoni è importante quanto la sicurezza dei passeggeri a bordo dell’auto. Basterebbe una legislazione che agisca contro i camion di grandi dimensioni che esistono in alcuni mercati per limitarne l’uso nelle aree fortemente pedonali delle nostre città.
