Dazi anti auto Cina: perché e fra chi c’è uno scontro tremendo nell’Ue

Ippolito Visconti Autore News Auto
La Francia di Macron vuole i dazi anti auto Cina: se una vettura arriva da lì, allora va tassata. Così si protegge l’industria automobilistica francese.
Dazi anti auto Cina

La Francia di Macron vuole i dazi anti auto Cina: se una vettura arriva da lì, allora va tassata. Così si protegge l’industria automobilistica francese. Con Parigi stanno diverse nazioni nell’Unione europea, per contenere l’avanzata cinese di auto elettriche e batterie super efficienti. Ma la Germania dice no: ha troppi interessi nel Paese del Dragone. Berlino non vuole tasse di importazione a carico di Pechino. Ha paura che i rapporti fra tedeschi e cinesi si rovinino. E siccome qui quello forte è la Cina, col suo strapotere economico e automotive, i teutonici tremano. È la prima volta che Francia e Germania si scontrano, perché in passato hanno sempre deciso tutto dentro l’Ue: leggi, mini normative, cavilli, transizione ecologica, scambio di merci e altro. Ci voleva lo Stato della Grande Muraglia per sfasciare la santa alleanza francotedesca.

Dazi anti auto Cina: la posizione dei costruttori tedeschi

Dietro il governo di Berlino, ci sono le Case automobilistiche tedesche, nettamente contrarie all’imposizione di dazi più elevati sulle importazioni di elettriche prodotte in Cina. I top manager lanciano l’allarme: occhio agli effetti controproducenti. Attenzioni a eventuali ritorsioni commerciali di Pechino. 

Dazi anti auto Cina

Metafora molto diretta

L’amministratore delegato della BMW, Oliver Zipse, è chiaro: “Rischi di spararti sui piedi”. Rammentiamo che in Cina il gruppo produce le Mini elettriche e la BMW iX3: un terzo delle vendite. Coi dazi, addio vantaggio industriale per i costruttori di operare su base globale. Addio obiettivi di riduzione delle emissioni e politiche ambientali dell’Unione. Un guaio: le dipendenze bilaterali su prodotto, componenti e materie prime. Ma poi il problema base: un’elettrica può essere a zero componenti cinesi? Il responsabile del marchio Volkswagen, Thomas Schäfer, dice che con i dazi c’è il rischio di una ritorsione. Addirittura il numero uno della Mercedes, Ola Källenius, dice che bisogna ridurre i dazi.

Cosa succede fra Case tedesche e Bruxelles

C’è un bel nodo da sciogliere. La Commissione Ue sta facendo una approfondita e dettagliata indagine anti-dumping. Per capire se le Case cinesi abbiano preso troppi sussidi dal loro Stato: in questo caso, sarebbe concorrenza sleale. E allora via ai dazi molto pesanti. Arrivati a quel punto, sarebbe scontro fra Germania e Francia, più scontro fra Germania e Bruxelles. Che caos tremendo.

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