Spaventosa espansione dell’auto cinese nei primi 10 mesi 2025: 798,39 miliardi di yuan, circa 96,9 miliardi di euro, con un aumento del 14,3% su base annua, secondo l’Amministrazione Generale delle Dogane, come riportato da IT-home. Le Case del Dragone producono troppo per il mercato locale, e quindi devono esportare: nei primi 10 mesi 2025 è boom.
L’Unione Europea non sa come arginare l’avanzata dovuta all’eccesso di offerta rispetto alla domanda interna. Chiaro che spostando il baricentro da benzina e diesel a elettrico e PHEV, si assista al suicidio economoci UE, col Celeste Impero che coglie l’assist al volo. I dazi BEV sono inutili e anzi dannosi, stuzzicando l’orgoglio degli orientali: errore automotive di Bruxelles e anche di natura psicologica. Forse qualcuno pensava di avere a che fare con una burocrazia lenta e dormiente: il Regno di Mezzo è reattivo, iper rapido, con la voglia di stupire il mondo. Con “armi” tremende a disposizione come le terre rare e i chip. Ad agosto 2025 i marchi automobilistici della nazione della Grande Muraglia hanno raggiunto una quota di mercato addirittura del 5,5% in Europa.
Auto: exploit senza paragoni
Nello stesso periodo, le esportazioni totali di merci della Cina hanno raggiunto i 22,12 trilioni di yuan, con un aumento del 6,2%: come si vede, l’auto fa da traino. Il settore delle mobilità è il re dell’export, superando la media più ampia del settore manifatturiero. I prodotti meccanici ed elettrici hanno rappresentato oltre il 60% delle esportazioni del Paese, con automobili e semiconduttori in testa ai guadagni.
Ottobre 2025 straordinario per l’auto
Solo nel mese di ottobre, le esportazioni di veicoli sono aumentate del 34% rispetto all’anno precedente. Questa tendenza ha permesso alle Case automobilistiche cinesi di espandere la propria presenza in Europa e nelle regioni emergenti, tra cui il Sud-est asiatico, il Medio Oriente e l’America Latina. Le performance di veicoli elettrici e ibridi plug-in di marchi come BYD, SAIC e Chery hanno rafforzato la posizione della Cina come una delle più grandi nazioni esportatrici di veicoli al mondo. Guardando al futuro, gli analisti si aspettano che le esportazioni automobilistiche per l’intero anno rimangano al di sopra dei livelli del 2024.

In parallelo, si produce in loco
Mentre l’export sale grazie alle navi cargo immense capaci di trasportare 5 mila auto BEV e PHEV per volta, la Cina crea fabbriche all’estero. In Europa, BYD si scatena in Turchia per le ibride plug-in e in Ungheria per le elettriche: trampolini di lancio nonché metodi per aggirare in modo legale i dazi. Budapest sarà sempre più il paradiso di Pechino perché importa gas e petrolio dalla Russia, col benestare di Trump: il costo dell’energia è bassissimo e le aziende respirano. Esattamente il contrario di quanto avviene in Germania e Italia. Non per nulla, Stellantis investe 13 miliardi di dollari in USA, anche grazie al tutto termico di The Donald.
L’indotto italiano, amatissimo nel mondo, spera di poter formare un triangolo virtuoso con BYD e altri cinesi: componentistica del Belpaese, produzione cinese nell’Eldorado ungherese, tecnologia del Dragone. Dalla loro torre d’avorio, i tecnocrati UE osservano con stupore.
