Il CEO Stellantis Filosa sferra l’attacco contro l’auto elettrica europea

Stellantis, il CEO Filosa: investiremo di più in Unione Europea, ma solo se questa cambia le regole. L’obiettivo 2035 del ban termico nel mirino.
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Nessuno sopporta più l’auto elettrica in Europa, moda da anziani green che ha causato solo sconquassi economici e disoccupazione: ora anche il CEO Stellantis Filosa sferra l’attacco frontale contro le BEV europee e il ban termico 2035. Senza libertà tecnologica e senza nuove regole su motori e furgoni, il Vecchio Continente perderà investimenti e posti di lavoro, dice. 

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Il CEO Stellantis Filosa contro il tutto elettrico

È questo l’allarme lanciato dall’amministratore delegato di Stellantis, Antonio Filosa, al 4° Automotive Industry Day organizzato dalla PFA francese a Parigi: qui ha criticato l’attuale quadro normativo europeo e le politiche comunitarie sulle BEV. Le normative UE su vetture commerciali leggeri sono sbagliate, ha detto. Stellantis potrà aumentare gli investimenti in Europa solo se il divieto di vendita delle auto a benzina verrà rivisto e se ai costruttori sarà data la libertà di innovare in tecnologie diverse da quella puramente elettrica.

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Infatti, aggiungiamo noi, l’elettrico è un flop totale in Europa, al 15% di quota mercato col doping multe, km zero e incentivi. Una quota “drogata” quindi. Tutto fake. Secondo il top manager italiano, l’industria europea è l’unica grande area al mondo che non ha ancora recuperato i livelli pre-Covid. Negli Stati Uniti, in Cina e in Sud America, la crescita è sostenuta da politiche industriali favorevoli. L’Europa sta andando in direzione opposta. Di qui lo spettro tremendo della disoccupazione di massa. La favoletta dell’elettrico che crea lavoro finisce dritta dritta nel cestino delle bufale degli influencer e delle lobby verdi coi loro inconfessabili interessi.

Zero libertà, altro che zero emissioni

L’Europa ha imposto la fine delle tecnologie in cui eravamo leader, obbligando l’adozione di una sola tecnologia – quella elettrica – su cui i costruttori cinesi hanno un vantaggio competitivo enorme, spiega Filosa. La regolamentazione europea impone un ritmo che non corrisponde a ciò che i clienti vogliono, di cui hanno bisogno o che possono permettersi: tre no, nessun sì.

Intanto, le fabbriche chiudono in modo temporaneo. Ma è l’antipasto, inutile negarlo. “Serve un cambiamento urgente, grande e rapido. Dobbiamo correggere subito gli obiettivi 2026 e 2030, prima ancora di discutere del 2035. Sui veicoli commerciali leggeri, le norme attuali sono semplicemente inapplicabili: i target vanno cambiati, perché costringono professionisti come artigiani e installatori a sostituire i loro furgoni con modelli molto più costosi e quindi inaccessibili”.

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La ricetta di Filosa

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Privilegiare le vetture elettriche di piccole dimensioni con incentivi mirati e supercrediti. E neutralità tecnologica, libertà di impiegare tutte le soluzioni a basse emissioni. Perché in Europa circolano oltre 150 milioni di auto con più di 12 anni, molto più inquinanti dei modelli moderni.

I tre tremendi no dell’Europa

Filosa ha ricordato che Stellantis ha investito oltre 2 miliardi di euro in Francia nel 2024, confermando il Paese come secondo polo industriale del gruppo dopo gli Stati Uniti. Le condizioni regolatorie americane sono oggi molto più favorevoli. In USA, l’amministrazione ha restituito ai consumatori la libertà di scelta: “possono acquistare l’auto che vogliono, che serve loro e che possono permettersi. In Europa, invece, abbiamo tre no”. Che sfociano in drammi industriali e sociali.