Un nome che evoca un passato glorioso, i fasti dell’Italia automotive: Lancia Thema. Ecco come Luca Napolitano, amministratore delegato del marchio del Gruppo Stellantis, potrebbe chiamare la futura ammiraglia del brand nostrano. “Mi piacerebbe chiamarla Thema”, ha detto durante una conferenza a distanza. Così da rendere ancora più forte l’attesa per questa macchina chiave per l’azienda, un’elettrica che sarà uno dei pilastri nella strategia del ceo italiano assieme alla Ypsilon. Dopo le prime conferme sul nome della prossima nuova Lancia, sapremo tutto nel 2026, data di uscita del veicolo, o magari prima.
Il nome della prossima nuova Lancia? Thema, meglio di Gamma
A essere sinceri, a nostro avviso Lancia Thema suona molto meglio dell’altro nome uscito da mezze indiscrezioni: Gamma. Il peso specifico è 20 volte superiore. Non trattasi di iperbole, ma di ragionamento matematico: Thema ha venduto 20 volte le immatricolazioni di Gamma, vettura caruccia ma sfortunella. Se proprio, bisogna pescare nella leggenda: Fulvia, Flaminia, Aurelia, Delta. O al massimo un nome inedito al 100%.
Caratteristiche salienti
La base? La Stla Medium. Uscirà dalla fabbrica di Melfi, in Basilicata, e anche questo è un aspetto chiave, viste le recenti polemiche fra Tavares (grande capo Stellantis) e governo Meloni (specie il ministro Urso) in fatto di produzione di macchine italiane in Italia. Legata agli incentivi 2024, ancora assenti. La vettura sarà un’evoluzione della concept Pu+Ra HPE (foto). Dopodiché, una spettacolosa HF Integrale, elettrica bimotore nel 2027. L’elettrico muoverà le ruote dietro con un’autonomia di 700 chilometri: dato ottimo. Magari, poi, si penserà pure a propulsori termici, ibridi.
I giochi strategici sui nomi
Interessante questa strategia sui nomi, sul naming, da parte di Stellantis. Ha iniziato Alfa Romeo, con Imparato che ha risposto a Urso (sì, sempre lui). Il ministro sosteneva che la Milano non potesse chiamarsi così: non per sfizio, per gusto, ma per legge, in quanto la macchina esce da una fabbrica all’estero. E allora il ceo del Biscione, per migliorare i rapporti tesi con l’esecutivo, ha cambiato denominazione in Junior (in realtà scritto tutto maiuscolo). Per poi “cambiare” anche la cartina geografica: addio a Milano, al suo posto Junior. Una bella idea, magari involontaria, affinché si parlasse tantissimo di sé nel web e nei social: la cosa ha scatenato il finimondo fra favorevoli e contrari. Adesso, Thema.