No all’imposizione dell’auto elettrica dovuta alle lobby green in Europa, e sì all’auto termica: ormai la vettura ibrida, a benzina o diesel – con motori evoluti, efficienti e puliti – non la ferma più nessuno. Si avverte il profumo della libertà di scelta in un contesto democratico. Il consumatore dev’essere libero di scegliere se usare lo smartphone pratico o un altro apparecchio scomodo; analogamente, dev’essere libero di scegliere se comprare un’auto a benzina pratica o un’elettrica scomoda per l’assenza di colonnine veloci e per il caro elettricità. Lo dice il dato drammatico del 15% di quota mercato delle BEV nonostante bonus, multe di 16 miliardi UE alle Case che sgarrano, con vendite dopate da km zero elettriche. Tutto falso e gonfiato.
L’auto termica non la ferma più nessuno in Europa: è il risveglio delle menti libere
È in atto in Europa un meraviglioso risveglio delle menti libere che si contrappone ai gruppi di potere e ad alcuni media fiancheggiatori, i quali combattono affinché le BEV siano imposte dall’alto. Invece sono le persone comuni che scelgono in maniera libera, nel rispetto dell’ambiente e della sicurezza stradale. Al contempo tutelando la piena occupazione delle industrie e dell’indotto. Un circolo virtuoso che interrompa la terribile spirale che porta al buio: disoccupazione da auto elettrica, fabbriche che chiudono, nessun futuro.
Caccia alla macchina dal prezzo ragionevole
Come ha fatto notare Imparato (Stellantis), in Europa nel 2019 c’erano 49 modelli con un prezzo inferiore a 15.000 euro. Termiche comode e pratiche, le piccole, le citycar. Il sacro segmento A che furoreggiava assieme al B (utilitarie). Poi con questa mania dell’elettrico, è rimasto ben poco a prezzi interessanti. E allora ci si rivolge all’usato, con effetto Cuba che è l’opposto di quanto immaginato dalle lobby green. Attenzione: in Europa circolano 256 milioni di auto. Il parco invecchia di un mese l’anno. È arrivato a 12 anni di età. Addirittura 150 milioni di vetture hanno più di 10 anni. Bisogna quindi rinnovare per la sicurezza, le emissioni, l’ambiente, con motori termici puliti. Incluse le ibride e le PHEV.

Nessun divieto termico in Cina
Sentiamo il capo VW Oliver Blume in merito: “Pensare di arrivare al 100% elettrico già nel 2035 è irrealistico: servono verifiche annuali sull’andamento del mercato. Oggi Volkswagen è leader in Europa con il 28% nel segmento elettrico, ma dobbiamo comunque pagare sanzioni legate alla CO2 perché il mercato complessivo non si è sviluppato come previsto”. Occhio all’esempio della Cina: lì non c’è nessun divieto per i motori termici, “ma un ecosistema favorevole alla mobilità elettrica. Risultato? Infrastrutture di ricarica capillari, prezzi dell’energia competitivi, sostegno alla mobilità elettrica. E funziona. Senza demonizzare i motori a combustione”.