Nasce il “partito” contro i dazi europei anti auto cinesi. È formato da Tavares (Stellantis), Volkwagen e BMW. In ordine di tempo, il costruttore che più di recente ha detto no alle tariffe doganali anti Cina è VW. L’Ue vuole barriere per le auto importate dal Paese orientale, ma il responsabile finanziario di Volkswagen, Arno Antlitz, è deciso e perentorio: boccia la strategia Ue, invece dice sì taglio dei costi come risposta a Pechino. Non è l’auto cinese che deve costare di più col dazio, è l’auto europea che deve costare di meno. Affinché sia competitiva. Per farlo, serve tagliare i costi di produzione. Massima efficienza per replicare alla Cina, e per evitare la ritorsione del Partito comunista cinese. Sulla stessa linea, nel partito ideale, l’amministratore delegato di BMW Oliver Zipse e il ceo di Stellantis Carlos Tavares, per il qaule le barriere doganali sono una trappola.
Per Volkwagen i dazi fanno respirare poco
Stando a VW, la barriera è una soluzione di breve respiro: illude. All’inizio funziona, poi tutto torna come prima, se non peggio. Una specie di medicina che elimina i sintomi per qualche ora, però dopo la radice della malattia è lì pronta a distruggere sul lungo periodo. Secondo Wolfsburg, bisogna sfruttare i prossimi due o tre anni per diventare ancor più competitivi sul fronte dei costi. Non è un’indiscrezione: tutto nero su bianco. Antlitz parla in un post su LinkedIn, sollevando dubbi sul fatto che si stia andando nella giusta direzione. Le Case cinesi si stanno preparando a produrre in Europa e occorre muoversi di conseguenza. Per Antlitz, “le nostre elettriche sono molto appetibili e competitive sotto il profilo della sostanza. Dal 2026, con la ID.2, offriremo una nuova gamma che partirà da 25 mila euro. E continuiamo a valutare la fattibilità di un modello posizionato più in basso”.
Fail epocale dell’Ue coi cinesi
Bruxelles sbaglia per la seconda volta la strada. Prima ha aperto ai cinesi, ora chiude. Un pasticcio politico, economico, finanziario, industriale senza precedenti nella storia del Vecchio Continente. I politici che hanno causato tutto questo, spesso non sono neppure più nell’Ue. Hanno appiccato il fuoco per poi scappare.