Sì a investimenti in Italia e nessuna chiusura definitiva degli stabilimenti, ma serve la revisione delle regole sull’auto da parte dell’Unione Europea: questo il pensiero del CEO Stellantis Antonio Filosa espresso durante un’intervista al programma Rai “Cinque Minuti” con Bruno Vespa,
- Neutralità tecnologica per consentire ai clienti di scegliere anche motorizzazioni tradizionali. I costruttori cinesi non sono il vero problema. Ma le regole europee non realistiche che stanno indebolendo l’industria automobilistica. Bisogna valorizzare i punti di forza UE: design, innovazione e tecnologia.
- Rinnovo del parco circolante europeo, oggi composto da 256 milioni di auto di cui 150 milioni ultra-dodicenni.
- Focus sulle citycar, comparto in cui l’Italia resta leader mondiale
- Modifica dei target sui veicoli commerciali, definiti irraggiungibili.
Stellantis: timori per il paragone coi soldi investiti in USA
Stellantis ha messo sul piatto 13 miliardi di dollari di investimenti previsti negli Stati Uniti in quattro anni contro i 2 miliardi destinati all’Italia. Perché? I numeri vanno rapportati alla dimensione dei mercati, dice Filosa: 16 milioni di auto vendute ogni anno negli USA contro una quota che da noi oscilla tra 1,5 e 2 milioni. Comunque il piano industriale per il primo anno in Italia prevede anche l’acquisto di 6 miliardi di euro in componenti e servizi da fornitori nazionali. Ogni stabilimento qui ha ricevuto una missione produttiva chiara.
La massima e totale libertà negli USA: quali differenze con l’UE
Per Filosa, c’è una differenza tra Stati Uniti ed Europa.
- Negli USA, con la nuova amministrazione hanno trasformato le regole con un pragmatismo unico e rapidissimo e hanno restituito agli americani la scelta di comprare la vettura che vogliono.
- In Europa le regole sono ancora restrittive e devono essere urgentissimamente modificate. Abbiamo bisogno che queste regole riflettano la realtà del mercato e restituiscano ai clienti europei la libertà di scegliere la macchina che vogliono, come negli States.
Stellantis a tutta Italia
L’impegno del Gruppo nel Belpaese “non è in discussione”, con lo Stivale “al centro del progetto strategico” della società. La risposta alle preoccupazioni sul possibile ridimensionamento della presenza industriale nella nazione. “Lo stiamo dimostrando con fatti concreti”. In particolare, il 30 ottobre verrà presentata la nuova Jeep Compass fatta a Melfi, mentre a dicembre partirà la produzione della Fiat 500 ibrida a Mirafiori. In quanto al paragone con la Spagna, lì “un megawattora costa 70-80 euro, in Italia oltre 180 euro”. Ecco perché molti scelgono la nazione iberica per fare auto.
Quale futuro se mai l’UE confermasse le regole?
A questo punto – nostro parere – è lecito chiedersi quale possa essere il futuro di Stellantis e degli altri Gruppi qualora le lobby green, con la loro demagogia, vincessero: il dogma della batteria che non inquina nel ciclo vita abbatte la ragionevolezza. Con l’imposizione di mega multe di 16 miliardi di euro alle Case troppo inquinanti. Allora – ipotizziamo – le chiusure parziali e temporanee delle fabbriche rischierebbero di divenire definitive in tutto il Vecchio Continente.

I due scenari: BEV e PHEV
L’insistenza di Stellantis sulla neutralità tecnologica non è una negazione dell’elettrico puro (BEV), ma una richiesta di pragmatismo con l’ibrido, il termico pulito. Nel primo scenario, con le sole elettriche, il sistema automotive rischierebbe di saltare in UE. Si frenerebbe la sostituzione del parco auto, mantenendo in circolazione i veicoli più vecchi e inquinanti.
Nel secondo caso, magari con le plug-in (PHEV), e in generale l’ibrido, ci sarebbe la soluzione diretta alle resistenze del mercato legate al costo elevato delle full electric e all’ansia da autonomia e infrastruttura di ricarica. Urge secondo noi un approccio multi-energia, che valorizzi anche gli investimenti di Stellantis in avanzate tecnologie ibride.
