Stellantis stoppa i diesel a Douvrin, poi toccherà ai PureTech 1.2

Stop alla produzione Stellantis di motori diesel nell’impianto Française de Mécanique di Douvrin: in futuro, niente benzina.
Douvrin stellantis Douvrin stellantis

Stellantis interromperà la produzione dei motori diesel DV5 (BlueHDi di 1.5 litri) l’1 novembre 2025 nell’impianto Française de Mécanique di Douvrin, nel dipartimento Pas-de-Calais della regione Alta Francia. Mentre in una seconda fase stopperà i benzina EB (PureTech di 1.2 litri). Pertanto, via alla progressiva dismissione dell’impianto, sino alla chiusura nel 2026.

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Quale futuro per gli addetti

Dove potrebbero essere trasferiti? Nella prima Gigafactory di ACC nelle immediate vicinanze. La fabbrica di batterie vedrà l’avvio operativo di una nuova struttura con una capacità massima annua di 8 GWh: in organico 330 ex dipendenti dell’impianto del Gruppo e ora ne assumerà altri tra i 350 addetti alla produzione di motori termici. I sindacati chiedono sostegni per chi non desidera passare alla Gigafactory. Ecco allora altri impianti nella regione, tra cui Hordain e Valenciennes. 

Douvrin stellantis

Dal termico all’elettrico

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Fondata nel 1969 da Peugeot e Renault, Française de Mécanique ha prodotto 40 milioni di motori in 50 anni. Sicché la chiusura è un evento storico, legato al ban termico 2035 e alle multe UE a chi inquina troppo: di qui la transizione imposta dall’alto (da Bruxelles) a tutti. Comunque, per ora, Trémery, nel dipartimento della Mosella, nella regione del Grand Est, sfornerà i motori a combustione.

Tutto pericolosamente artificiale

L’UE pressa i Gruppi auto senza cambiare di una virgola i programmi, ma la transizione elettrica innaturale è molto insidiosa. Se lo smartphone si impose da solo, senza gli aiutini delle lobby green, in un contesto di libera concorrenza fra liberi Stati con consumatori liberi dovrebbe essere il cliente a scegliere. L’opzione elettrico non la considera nessuno: siamo al 15% in UE, solo grazie a sconti enormi delle Case per evitare 16 miliardi di ammende. Il tutto drogato da incentivi di vario genere delle nazioni. Ma prima o poi quei quattrini finiscono, e con essi la favoletta verde.

L’Italia fra l’altro è ferma al 5%: che si fa, lasciamo che lo Stivale non si evolva? Eppure si susseguono profit warning, calo degli utili, chiusure di fabbriche e conversione forzata dal termico all’elettrico, nel mentre che 85 cittadini su 100 scelgono un motore a benzina. Magari comprerebbero diesel, se questo non subisse una crociata ideologica a livello centrale e locale. 

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La disponibilità e la capillarità delle colonnine di ricarica sono ancora un ostacolo, mentre i veicoli elettrici costano un occhio della testa, riducendo o annullando i margini di profitto. Coi costi dell’elettricità in continuo aumento per giunta. Si corre quindi incontro alle incognite del futuro, e la scelta di Stellantis – inevitabile – va in quella direzione.

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