Tutto elettrico UE nel 2040: indiscrezione bomba sull’auto

Auto a motore termico oltre il 2035, fino al 2040: è l’indiscrezione che circola a Bruxelles in queste ore frenetiche in cui si decide il futuro dell’UE.
auto elettrica 2040 auto elettrica 2040

No al bando termico 2035 del Green Deal auto elettrica 2019, sì al bando di macchine a benzina e diesel nel 2040. Cinque anni in più di respiro. È l’indiscrezione che circola a Bruxelles in queste ore frenetiche in cui si decide il futuro dell’Unione Europea. Dopo fabbriche che chiudono, disoccupazione dilagante, paura per l’instabilità sociale, si butta via la moda del tutto verde messa in circolazione da dinosauri con la scusa assurda della batteria non inquinante. Un sano ritorno alla realtà. 

Advertisement

Tutto elettrico UE nel 2040, per iniziare

Per gradire, il ban termico slitta al 2040. Poi più in là vedremo. Perché se la situazione resterà drammatica come quella attuale, ci potrebbe essere un altro spostamento in avanti. Quindi l’elettrico resta il futuro, ma non si sa quando. La Commissione Europea presenterà il 10 dicembre un pacchetto di novità sull’auto. D’altra parte c’è stato un errore immenso: il suicidio politico dell’industria auto UE che dominava col termico, col benzina pulito, col diesel pulito. Ci si è ficcati nel vicolo cieco dell’elettrico: un involontario regalone alla Cina. Che adesso ha in mano tutto: batterie, terre rare, tecnologie, chip. Noi dipendiamo da loro.

Advertisement

Osservare le emissioni solo allo scarico è un’idiozia. Serve valutare le emissioni nel ciclo vita: si va a vedere anche lo “sporco” delle batterie BEV in produzione e smaltimento. In più, bisogna considerare il carbone usato per produrre l’energia elettrica. Per piacere, un minimo di onestà intellettuale nel settore auto, grazie. Urge una revisione totale della mentalità.

Germania in pressing

Lo stato delle cose è tragico in Germania. Infatti Berlino è decisiva nella pressione. Prima ha imposto il Green Deal, e ora fa lo stesso con lo slittamento del ban termico al 2040. C’è anche il terrore dei sinistroidi per la destra che sale nei consensi. Mai dimenticare che automotive e politica vanno a braccetto. Poi c’è la fortissima paura di nuovi equilibri all’interno della stessa UE, con l’auto come ago della bilancia: si perdono seggiole, posti di potere, capacità di influenzare le decisioni chiave. Per non parlare del crollo di Porsche, con profitti in picchiata. I tedeschi ora detestano il pasticcio che hanno combinato seguendo le lobby green e gli influencer collegati da inconfessabili interessi.

La Germania pressa per e-fuel e PHEV. Particolari, con uso della batteria imposto e controllarto, così da superare la tecnologia cinese, di certo più evoluta nelle ibride plug-in. Il ban 2040 farebbe felice il governo Meloni e Stellantis, con le sue ibride.

Numeri da incubo

Advertisement

Le vendite annue del mercato europeo sono di 13 milioni di unità contro 15,7 milioni del pre-Covid, l’elettrico non se lo fila nessuno: BEV al 15% con la droga di incentivi e km zero anti multe di 16 miliardi. Vengono vendute solo con bonus astronomici. Poi c’è il guaio colossale delle colonnine: sono poche, lente, distribuite malissimo. E vandalizzate. Non ultimo, se l’UE non compra gas a basso prezzo e di alta qualità dalla Russia, l’elettricità schizza alle stelle. Saranno dolori quando acquisteremo ancora più energia dagli USA strapagandola. Con ripercussioni sul prezzo della ricarica elettrica.