Su tagli per 35.000 dipendenti entro il 2030, siamo a quota 20.000 che hanno accettato la proposta di pre-pensionamento di Volkswagen. Che ha comunicato al consiglio di fabbrica e all’assemblea dei lavoratori i progressi finora raggiunti nel quadro delle trattative sui tagli al personale. Il tutto era stato concordato a Natale 2024 col sindacato IG Metall (una manifestazione della sigla nella foto giù). Con le persone già disponibili a uscire dall’organico, l’azienda è sulla buona strada per chiudere a breve l’intera partita degli esuberi.
“Buonuscita fino a” non vuol dire niente
Le buonuscite possono raggiungere i 400.000 euro. Questa espressione “fino a” non vuol dire assolutamente nulla. Al massimo, una media sarebbe più indicativa, forse. Le indennità sono calcolate in base a mille parametri, fra cui l’anzianità di servizio.
Comunque, il patto fra il colosso e il sindacato ha evitato massicci licenziamenti. Dietro, c’erano le minacce di scioperi con la chiusura immediata di alcune fabbriche. Magari, anche dal punto di vista dell’immagine del gigante tedesco, è meglio così.

Meno spesa, più resa
Il taglio di 35.000 persone serve a risparmiare per 1,5 miliardi di euro l’anno solo sul fronte del costo del lavoro. Obiettivo: essere più concorrenziali specie contro i cinesi. Il problema è che i margini di profitti sulle auto elettriche sono bassissimi.
Forbici a tutto spiano
L’accordo di Natale prevede pure una sforbiciata del numero di apprendistati offerti ogni anno: sono 1.400; dal 2026 diverranno 600 dal 2026. In più, scattano la riduzione della capacità in diversi impianti, il trasferimento di produzioni all’estero, la dismissione entro due anni di almeno due impianti, il blocco degli aumenti salariali, il congelamento di ferie aggiuntive e premi aziendali.
Porsche sospende il nuovo modello di concessionaria
Intanto, nel Gruppo VW, Porsche ha deciso di fermare, per il momento, l’ulteriore implementazione del suo ambizioso concetto di vendita al dettaglio chiamato “Destination” presso le concessionarie. Motivo: elevati costi di realizzazione e attuale situazione economica e di mercato che sta affrontando il marchio. Non è solo un restyling degli showroom, ma una riprogettazione completa dell’esperienza del cliente. L’idea è trasformare i classici Centri in luoghi di destinazione, dove i visitatori possano immergersi nel mondo del marchio ben oltre la semplice vendita di un’auto. Quindi, spazi espositivi più interattivi con aree dedicate alla storia del marchio, alla personalizzazione dei veicoli e alle nuove tecnologie. Aree lounge e caffè per favorire un ambiente più rilassato e conviviale. Anche eventi e workshop per coinvolgere la comunità. E integrazione digitale con schermi interattivi e configuratori avanzati.
Questo richiede investimenti ingenti in termini di architettura e tecnologia: di qui lo stop temporaneo. La causa numero uno è la Cina: Stoccarda ha registrato un significativo calo delle vendite. Meno un terzo nella prima metà del 2024 e -28% nel 2024. La Taycan è precipitata del 50% sull’anno scorso. La socirtà prevede un margine operativo del 10-12% nel 2025, in calo rispetto al 14,1% del 2024 e al 18% del 2023. In più, la guerra in Ucraina, le tensioni geopolitiche e le minacce di dazi doganali creano un clima di incertezza. Il management ha dichiarato di voler raggiungere un margine del 15-17% nel medio periodo.