Fra i sei fattori che affossano l’auto europea, non solo l’elettrico: nostra analisi

Nostra analisi sulla crisi che affligge l’auto europea, alla luce dei mega tagli Bosch e dei segnali d’allarme di Stellantis e Volkswagen.
fattori che affossano l’auto europea fattori che affossano l’auto europea

Il numero uno dei fornitori auto al mondo, la tedesca Bosch, licenzia 13 mila persone per il 2030 dopo aver già operato con un mega taglio, mentre Stellantis e Volkswagen stoppano temporaneamente la produzione in varie fabbriche, con un mercato asfittico e un futuro incerto per quasi tutti i costruttori: cosa sta mangiando viva l’auto europea

Advertisement

Sei fattori che affossano l’auto europea: la nostra analisi

  1. No, non c’è solo il Green Deal UE auto elettrica 2019 col ban termico 2035. Indubbiamente, è un elemento chiave, dimostrato dai numeri, visto che il crollo parte proprio quell’anno e prosegue senza sosta. Pesano anche le mega multe di 16 miliardi di euro alle società per le emissioni di CO2 superiori al limite. Inoltre, specie per merito di CATL e BYD, la nazione orientale ha il totale controllo delle batterie e dell’estrazione dei minerali.
  2. Impiego dell’Intelligenza Artificiale. L’AI costa meno dell’addetto: non si ammala, non si sindacalizza, teoricamente lavora h 24 per 365 giorni a condizione che sia alimentata da elettricità. Idem i robot, purché la batteria venga sostituita: allo studio una sostituzione fai-da-te, tale per cui l’umanoide sarà sempre caricato a mille. In un impiego dove fantasia e creatività non servono, e in cui l’abilità manuale dell’artigiano non occorre, l’AI risulta distruttiva. C’è un piccolo riferimento del top management Bosch all’AI: investiremo in quel settore. La massimizzazione produttiva per raggiungere il profitto. 
  3. Costi elevati. Fare un’auto con un prezzo dell’energia mostruoso come quello europeo è un incubo. Ma non se ne esce. Se rifiuti il gas russo (altissima qualità e spesa davvero minima), ti getti fra le braccia di altri fornitori sulla piazza: USA (peggiore qualità e spesa superiore per il GNL), Paesi africani. Qui si parla di auto e non è la sede per discorsi di natura politica ed etica. Comunque, a ben vedere, se disprezzi l’oro blu di Mosca, non è che altri venditori siamo in Africa siano impeccabili sotto vari aspetti. Resta l’Ungheria, l’Eldorado della Cina. E infatti BMW già si muove in tal senso.
  4. La pressione dei rivali. La Cina stressa e mette ansia da prestazione a un’industria tendenzialmente abituata a stravincere facile col termico. In Europa, non aveva avversari, se non interni. Adesso il Dragone è inarrestabile, addirittura in fatto di sicurezza stradale: che paradosso quello delle maniglie a scomparsa.
  5. Oltre la Grande Muraglia, il nulla. La superpotenza asiatica veniva una volta invasa con enorme soddisfazione dalle Case europee. Poi, il gravissimo errore strategico: le joint venture con le startup locali. Che hanno imparato e rubato il mestiere, andando a compiere infine un sorpasso epocale. Chi spera in nuove alleanze con le società orientali per avere in cambio le loro conoscenze in materie di PHEV e BEV, è un illuso.
  6. Terre rare, dolori frequenti. La Cina ha in mano la stragrande maggioranza delle terre rare, necessarie per i motorini elettrici di vari dispositivi delle vetture termiche, e per le i powertrain delle BEV. Come dopo il Covid coi chip che si prendevano da Taiwan, l’UE si scopre debolissima, dipendente. Se Pechino blocca l’export di quei minerali, siamo in ginocchio.
bev ue

Come uscirne

In definitiva, l’elettrificazione è un punto chiave, ma non l’origine di tutti i mali per l’Europa. Due le soluzioni. 

  1. Un Piano Marshall colossale con denaro pubblico a beneficio di: industria auto, colonnine veloci, riduzione del prezzo dell’elettricità.
  2. O in alternativa: immediata eliminazione del Green Deal auto elettrica e del bando termico, con riapertura al termico pulito.
Advertisement

L’attuale via di mezzo, fatto di mezzi annunci con proclami che emozionano le lobby green e i media compiacenti, porta dritti dritti alla fine.