Cercasi la vecchia gallina Jeep USA che una volta faceva uova d’oro: qui si fa il futuro Stellantis. Così si spiega il passaggio della produzione della Jeep Compass da Brampton (Ontario, Canada) a Belvidere (Illinois, Stati Uniti). La partenza del CEO Filosa è il maxi investimento di 13 miliardi di dollari in quattro anni per espandere e rafforzare la sua impronta produttiva in terra yankee. Dando ossigeno a un’Europa traballante col suo misterioso Green Deal auto elettrica che nessuno ha capito e che viene ripudiato dall’inventore: la Germania.
Jeep USA per tornare gallina dalle uova d’oro: a tutto SUV termico
La prossima generazione della Jeep Compass, un SUV compatto molto popolare, sarà prodotta in Illinois anziché in Ontario, come precedentemente previsto. Questo cambio di rotta è una conseguenza diretta del piano di Stellantis di incrementare la produzione manifatturiera negli Stati Uniti. Si sfrutta la congiunzione astrale ultra favorevole: Trump che ama il termico detestando l’elettrico e abbattendo il mandato BEV di Biden.

Dagli States con profitti
“Il successo in America non è solo un bene per Stellantis negli Stati Uniti, ma ci rende più forti ovunque” ha affermato Filosa. L’investimento mira a capitalizzare la ripresa del mercato e la domanda di veicoli ad alto margine (come SUV e pick-up) negli USA.
Il piano include l’introduzione di cinque nuovi modelli e il rinnovamento di 19 prodotti. Si prevede la creazione di oltre 5.000 nuovi posti di lavoro negli stabilimenti in Illinois, Ohio, Michigan e Indiana. Un trionfo per il tycoon e un’opportunità straordinaria per decine di grosse aziende. Lo stabilimento Belvidere (Illinois), chiuso nel 2023, sarà riaperto con un investimento di oltre 600 milioni di dollari per produrre, dal 2027, la Jeep Compass e la Jeep Cherokee destinate al mercato statunitense. Questa mossa dovrebbe generare circa 3.300 nuovi posti di lavoro.
Per tornare a sentire profumo di dollari, da tramutare in euro. Potrebbe essere una sorta di riequilibratore qualora altrove i marchi non vendessero come sperato.
Ciao ciao dazi
La decisione è considerata una risposta diretta all’imposizione di dazi da parte dell’amministrazione Trump sulle importazioni di veicoli e componenti da Paesi come il Canada. Le tasse hanno reso la produzione di veicoli per l’esportazione negli Stati Uniti economicamente svantaggiosa. Si stima che le barriere abbiano causato perdite significative all’azienda, spingendola a localizzare la produzione cruciale direttamente negli USA per aggirare le barriere tariffarie. Come fa BYD costruendo BEV in Ungheria, scavalcando i dazi pesantissimi UE sulle elettriche cinesi.
Un ritorno della produzione nel Paese d’origine motivata da interruzioni della catena di approvvigionamento, incertezze geopolitiche e politiche protezionistiche. L’ambiente normativo statunitense, con politiche come il “Buy American” e incentivi per la produzione interna (soprattutto nel settore dei veicoli elettrici, sebbene la Compass sia inizialmente un modello a combustione/ibrido), rende gli Stati Uniti un polo produttivo più attraente. Una sorta di circolo virtuoso.
La reazione del Canada
L’ha presa malissimo il Canada, che minaccia azioni legali contro Stellantis qualora questa – a dire del Paese nordamericano – non rispettasse gli accordi di produrre e investire nella nazione della foglia d’acero. Tutte le decisioni di Filosa faranno felici in tanti, creando al contempo malumori altrove.