Boom ibrido Toyota nel mondo nel 2025, uno choc per le lobby green UE che barano col “doping” auto elettrica: 15% di quota europea grazie a multe e mega bonus e km zero, numeri fake perché mischiati con le termiche a benzina ibride plug-in. Il colosso nipponico vince nonostante il tumulto dei dazi USA da 10 miliardi di dollari. La performance commerciale del gigante giapponese agendo da cuscinetto finanziario contro le significative sfide geopolitiche e commerciali, in particolare le nuove tariffe statunitensi. Modelli iconici come Prius, RAV4 Hybrid e il brand Lexus continuano a registrare numeri record in mercati chiave come il Nord America e l’Europa.

L’età dell’oro ibrido Toyota: resistere ai vecchi modaioli verdi
I vecchi modaioli verdi in UE e USA hanno portato a chiusura delle fabbriche, disoccupazione, tensione sociale: a ruota, problemi per chi ha debiti da estinguere con ricadute economiche per gli enti creditizi. Per fortuna, il trend da anziani green è stato combattuto da Gruppi con la lungimiranza di Toyota. Che – a differenza degli annunci di molti concorrenti con relative retromarce verso l’adorato benzina – non ha puntato in modo massiccio sulle BEV seguendo il gregge eco-invasato. Il signor Toyoda ha mantenuto un approccio più cauto, lanciando numerosi allarmi, investendo in una gamma diversificata di tecnologie. Strategia iper vincente in un momento in cui l’adozione dei full electric mostra tutta la sua debolezza: senza le “droghe” del mercato, il castello di carta a batteria crollerà con quelle terribile una dipendenza dalle infrastrutture di ricarica e dagli elettroni cari come il fuoco.
Ciao ciao mandato elettrico di Biden
In parallelo, la svolta termica di Trump – che ha cancellato il mandato elettrico di Biden – è una manna dal cielo per l’ibrido full Toyota, così come per il benzina e l’ibrido Stellantis e per le PHEV (di qui i 13 miliardi investiti dal CEO Filosa in USA). I veicoli ibridi del costruttore sono prodotti con catene di approvvigionamento ottimizzate, il che si traduce in margini di profitto più elevati rispetto alle BEV. La domanda supera l’offerta. un indicatore di salute eccezionale: i prezzi di vendita restano a nostro giudizio mediamente non bassi. La Casa non fa grossi sconti.
Se i dazi USA sul Giapponese fossero un problema più grave, secondo noi Toyota potrebbe sempre produrre direttamente negli States. L’obiettivo politico di Trump è di incentivare la produzione domestica e l’occupazione interna. Cosa che in UE non avviene con le elettriche. Tecnicamente, per l’azienda orientale, è una rivisitazione dei piani di rilocazione della produzione e di localizzazione della catena di approvvigionamento.

Problema UE
È altrettanto vero che, per Toyota e per numerose altre Case, qualora le lobby green avessero ancora il sopravvento imponendo il ban termico 2035 UE, ci sarebbero problemi. A quel punto, anche la società giapponese potrebbe puntare fortissimo sull’elettrico per proseguire a vendere tanto nel Vecchio Continente (così complicato a livello di burocrazia), continuando a commercializzare l’ibrido nel resto del pianeta.
