Batosta economica di 5,1 miliardi di euro per Volkswagen dopo che Porsche ha annunciato il ritardo nella presentazione delle auto elettriche. Il problema è che le BEV nessuno le vuole in UE, con i falsi numeri – comunque miseri – dopati dalle km zero elettriche. Inoltre, Stoccarda subisce la pressione nel mercato chiave della Cina e i dazi statunitensi. Si ha così un il taglio delle previsioni di profitto per il 2025 sia per il produttore di auto sportive di lusso sia per il Gruppo VW.
Volkswagen subisce una batosta per il piano Porsche: nuovo SUV termico
I cambiamenti avranno un impatto sull’utile operativo di Porsche fino a 1,8 miliardi di euro quest’anno. “A causa del ritardato avvio dell’elettromobilità, il lancio sul mercato di alcuni modelli di veicoli completamente elettrici è previsto per una data successiva”, ha dichiarato l’azienda. Il nuovo SUV, superiore al modello Cayenne, inizialmente non sarà offerto come elettrico, ma con modelli a motore a combustione e ibridi. “Inoltre, il periodo di produzione dei modelli di veicoli attualmente disponibili con propulsore a combustione e ibrido sarà esteso”, ha affermato Porsche.
Quali numeri
La holding Porsche SE, il maggiore azionista di Volkswagen, che possiede anche una partecipazione del 12,1% in Porsche AG, ha tagliato anche le sue previsioni di profitto al netto delle imposte. VW ha annunciato che ora vede il suo rendimento operativo sulle vendite per il 2025 nell’intervallo dal 2% al 3%, rispetto a una previsione precedente dal 4% al 5%.
A tutto benzina: retromarcia
Come tantissime Case in UE, la retromarcia verso la salvezza, il termico. In attesa che il Green Deal crolli definitivamente dopo le durissime critiche di Draghi e le prese di posizione dei governi come la Germania stessa. Per adesso non c’è modo di competere in Cina con le straordinarie BEV locali, dotate di tecnologie molto avanzate. Mentre l’Europa non ha il numero di colonnine veloci adatto, senza contare i prezzi assurdi sempre più alti degli elettroni. In più, le supercar elettriche non piacciono, perché prive della voce sublime del propulsore a benzina. Anche per questo il valore residuo delle macchine a batteria è bassissimo, tenendo alla larga dal nuovo i possibili acquirenti.

Reazione a catena: Berlino preoccupatissima
Di questa situazione drammatica automotive, con licenziamenti in massa degli scorsi mesi e altri ancora più massicci in futuro, Berlino è preoccupatissima. Da parte loro, pure i gli esecutivi fanno l’inversione a U verso il termico, che è la salvezza. Non per nulla la Germania non ha trovato l’accordo con gli altri 26 Paesi UE per l’obiettivo delle emissioni inquinanti nel 2035 (fine della vendita delle vetture a combustione) e nel 2040.