Clamoroso autogol UE coi dazi anti auto elettriche fatte in Cina ed esportate in Europa: le tariffe volute dalla Francia di Macron (a un millimetro dalla bancarotta con le politiche di sussidio green) sono un assist d’oro alla Cina nel 2026.
Cosa fa BYD contro i dazi auto elettriche UE
Col doping km zero BEV anti multe e i mega bonus di Germania, Belgio e Francia, la quota di elettriche vendute è del 15-16%, lontanissimo dallo share necessario per arrivare al 100% 2035 col ban termico. L’automobilista UE resta innamorato del benzina (pure il diesel andrebbe benissimo se un arbitro fazioso non lo ostacolasse in mille modi), perché ci sono poche colonnine veloci, devastate dai ladri di rame. Vuole una macchina comoda e pratica, col motore moderno e a basso impatto ambientale. Per evitare i dazi BEV, i cinesi esportano vetture a benzina, con un enorme propulsore termico: assieme al sistema a combustione, la batteria ricaricabile, così da formare la PHEV. Lo ha capito BYD grazie al top manager italiano Alfredo Altavilla. Sì alle ibride plug-in a benza, che l’Europa adora.
Altri cinesi, e ora Dongfeng
In scia, Chery, Xpeng, SAIC (MG) col benzina. E ora Dongfeng che punta a triplicare le vendite in Europa a 80.000 unità l’anno prossimo attraverso un mix di veicoli con motore a combustione interna, PHEV, ibridi, range extender (EREV) e completamente elettrici. Si affiderà a una gamma di oltre 10 modelli che vanno dalle city car ai grandi SUV e pick-up che coprono tre marchi: Dongfeng stesso, Voyah nello spazio premium, e M-Hero per i fuoristrada. L’espansione europea di Dongfeng si basa su una rete di 170 concessionari, che dovrebbe crescere fino a 280 entro la fine di quest’anno. Includerà la maggior parte dei Paesi, ma con una focalizzazione iniziale su Italia, Polonia, Germania e Francia. Prenderà in considerazione la creazione di un impianto di assemblaggio in Europa in futuro, dopo che si sarà materializzata una crescita consistente delle vendite.

Noi siamo la loro valvola di sfogo
Alla fine, con le nostre mani, abbiamo prima bruciato 100 anni di termico, per poi spingere i cinesi anche nel campo di battaglia delle PHEV. Un doppio pasticcio che nel 2025 fa danni, i quali diverranno ancora più gravi nel 2026. Ma perché tanta Cina in UE? Da loro, i 100 e passa marchi si fanno la guerra dei prezzi, si produce troppo rispetto alla domanda. In USA non c’è spazio per i pessimi rapporti fra Pechino e Trump. Resta l’Europa, da penetrare con le navi cargo che trasportano quasi 10 mila macchine BEV e PHEV per volta.
E se proprio si stancano di tutto questo export costoso, per risparmiare piantano sane fabbriche di auto in Ungheria, dove il prezzo dell’energia è bassissimo, in quanto il gas low cost arriva dalla Russia. Un sistema straordinariamente a favore del Celeste Impero, che potrà divenire ancora più potente nei mesi a venire, in quanto ci stiamo difendendo con le E-Car, automobiline a piletta da 20.000 euro.